La natura e il teatro: il binomio vincente di Esperidi on The Moon
È iniziato sabato 27 giugno la XVI edizione 2020 del Giardino delle Esperidi Festival organizzato da Cadmpsirago residenza e intitolato quest’anno Esperidi on The Moon, in cui artisti e pubblico diventano metaforicamente “astronauti del presente”. Performance e spettacoli all’aperto, che coinvolgono teatro, musica, danza e poesia in diversi luoghi della provincia di Como e di Lecco, che hanno come denominatore comune un contatto costante e ravvicinato con la natura, con paesaggi che riempiono gli occhi e il cuore di bellezza, permettendo di staccare quella spina che lega la vista e la mente a cemento e grattacieli.
Esperidi on the moon è partito con una discussione dal titolo “Pensare la terra” sabato 27 giugno alle ore 18.30 che ha visto riuniti lo psicologo e autore Fabrice Olivier Dubosc, lo scrittore, giornalista, critico teatrale e conduttore di Radio RAI 3 Oliviero Ponte di Pino, il professore associato di Discipline dello spettacolo all’Università di Bologna Gerardo Guccini, il professore di Ecologia all’Università di Milano-Bicocca Emilio Padoa Schioppa, il regista e direttore artistico del festival Michele Losi e il regista Marco Maria Linzi. Un talk interessante e importante in cui si sono affiancati più punti di vista, soprattutto alla luce di un 2020 anomalo rispetto agli anni precedenti, durante il quale il teatro e le arti in generale hanno subìto un duro colpo, non solo dallo scoppio della pandemia che ha chiuso i teatri e fermato gli eventi di qualsiasi tipo, ma anche dal distanziamento sociale e dalle nuove regole di sicurezza. Tra gli interventi citiamo quello di Gerardo Guccini, in collegamento video, che ha spiegato di come il lockdown abbia portato rivelazioni e insegnamenti nonché (e soprattutto) traumi, che da sempre sono stati presenti nella storia del teatro, provocando effetti che si sono protratti negli anni a venire. Un esempio su tutti il trauma dei lager nella Seconda Guerra Mondiale, che ha condotto gli attori a una svolta e a scoprire una nuova fisicità, (es. “Il Principe Costante” di Jerzy Grotowski).
La situazione di emergenza del settore spettacolo ha toccato in particolar modo le piccole realtà, tra cui il Teatro della Contraddizione di Milano, un punto di ritrovo importante e molto seguito, che propone spettacoli di teatro contemporaneo e sperimentale. Il rischio chiusura è imminente, ma non deve accadere, per questo la compagnia ha attivato una campagna di crowdfunding per la raccolta dei fondi necessari per continuare la propria attività teatrale conformemente alle nuove norme di sicurezza. Fino al 29 luglio c’è tempo per donare, il link di riferimento è il seguente: https://www.gofundme.com/f/restiamoincontraddizione?fbclid=IwAR3UIk0NRDBtPlsrJWeQ-nMcyTljvZm4LieTZHmoADSDt8-YQLKweYkAhPE.
Proprio al Teatro della Contraddizione spetta l’inaugurazione serale di Esperidi on the Moon con la loro nuova produzione che coinvolge ben 11 attori in scena, dal titolo “Weiss Weiss”, scritto e diretto da Marco Maria Linzi sulla sparizione di Robert Walser. In scena gli attori sono: Micaela Brignone, Fabio Brusadin, Silvia Camellini, Simone Carta, Sabrina Faroldi, Arianna Granello, Alessandro Lipari, Marco Mannone, Eugenio Mascagni, Stefano Montani, Magda Zaninetti. Un lavoro notevole e intenso quello della compagnia, con scene corali toccanti, ambientato in un luogo non definito, ma con un che di onirico, non per altro durante il dibattito del pomeriggio il regista ha definito lo spettacolo “una sovrapposizione di sogni” che ha come protagonista Jakob Von Gunten (alter ego di Walser), il figlio di un uomo diventato ladro “per colpa della cattiveria”, abbracciando il fallimento di una vita onesta. Jakob sente di aver ereditato dal padre “il fallimento”, così ci racconta, anche se è solo un ragazzino che frequenta l’istituto Benjamenta, una scuola di servitori:
“Tu prima sei un allievo dell’istituito e poi Jakob”
La sua storia è un viaggio a più voci, fatta di flashback, presente e futuro, di immagini e di sentimenti. Lo spettatore è catapultato nel luogo/non luogo in cui si muove Jakob, per due ore e mezza senza pausa. Forse l’unico punto critico per lo spettacolo sta proprio nella durata: non è facile, per quanto piacevole, tenere sempre l’attenzione del pubblico al massimo per un tempo così lungo, tuttavia gli applausi non sono di certo mancati, e meritatissimi.
“Alberi Maestri” di Pleiadi è un altro appuntamento prezioso e da non perdere: un’immersione nei boschi, in cui ogni spettatore è parte integrante del tutto. Si tratta di un percorso a piedi che da Mondonico porta a Campsirago attraverso sentieri in mezzo alla natura, spesso in salita, con una guida come riferimento. Si cammina in fila indiana, vengono date a ogni partecipante delle cuffie che aiuteranno, durante il percorso, a raggiungere la parte più profonda di sé, con suoni, racconti, immagini, e che attueranno, inconsapevolmente, una piccola trasformazione, cosicché al termine, arrivati a Campsirago, ogni persona, togliendosi le cuffie, scoprirà una percezione diversa del tutto, non solo a livello di fatica fisica o a livello uditivo o visivo, ma anche a livello di anima. Un’esperienza suggestiva e intrigante, il teatro è dato dalla natura stessa che parla e si muove in linguaggi diversi, attraverso i colori, i fruscii, gli animali, i corsi d’acqua. Un ritorno alle radici attraverso le radici.
A questo link si può consultare il programma completo:
https://www.campsiragoresidenza.it/notizie/tutto-il-programma-di-esperidi-on-the-moon/
Roberta Usardi