“ZUCCHERO E CATRAME” DI GIACOMO CARDACI
“Zucchero
e catrame” è uno di quei libri che non riesci a smettere di
leggere. Apri il libro, leggi una pagina, ne leggi un’altra e quando lo chiudi
per andare al lavoro o per andare a dormire ti rimane un’idea fissa: a Cesare cosa succederà? Cesare racconta
la sua storia affidandosi alle pagine che ha scritto nel carcere minorile di
Milano, il Cesare Beccaria, sotto la spinta del suo compagno di cella,
Moustafa.
“Tra le scelte più sbagliate che i miei genitori hanno compiuto nella loro vita, ci sono senza dubbio molte di quelle che si sono vantati di avere preso per il mio bene. Per il mio bene, alle elementari, mia madre propose di iscrivermi al collegio san Giusto Martire, anziché alla scuola statale Ugo Foscolo”. In questo collegio in un paesino vicino Udine, Cesare conosce la sua migliore amica d’infanzia, Ines, e la sua peggiore nemica suor Dolores che gli confisca, un giorno, la bambola Miss Raperonzolo. Un gioco non ben visto dalla famiglia e dalle streghe del collegio (le suore). E poi, dai suoi compagni di classe che non perdono occasione per prenderlo in giro e insultarlo. “Da bambino sognavo di aprire un salone di bellezza e lavorare come parrucchiere: poiché mia madre non mi faceva mai toccare i suoi capelli, né intendeva farli crescere fino al sedere, come le avevo chiesto ripetutamente, sperimentavo la mia creatività sulle mie bambole”. Una diversità che si accentua e dà fastidio a chi gli sta intorno. E suo padre non si rassegnava ad avere un figlio come lui. L’unica a comprenderlo e a giocare con lui alle Barbie è Giovanna, la sua vicina di casa, una figura importante nel libro tanto quanto la sua migliore amica Ines con cui perderà rapporti una volta giunto a Milano con la sua famiglia. “Adoravo stare insieme a Lines perché, lo confesso, potevo confrontarmi di continuo con lei, confermarmi di essere più bravo a contare, a imparare e usare nuove parole come “blasfemo” o “sublime” nel contesto giusto, a dire le parole in inglese, mentre lei era indietro su tutto, persino sulla lettura, in cui io invece eccellevo”. Nella nuova città tutto cambia tranne l’estrema solitudine di Cesare che traspare da ogni pagina del libro. Lui, il fratello Fabrizio, la madre e il padre diventano a poco a poco estranei, soprattutto quando quest’ultimo viene arrestato. A Milano, in una spirale di sensi di colpa, l’unica persona a cui tiene è un ragazzo di nome Gabriele, Gabbo per gli amici che gli fa conoscere una parte di Milano nascosta a cui Cesare si aggrappa disperatamente senza uscirne.
La bellezza del libro “Zucchero e catrame” dello scrittore Giacomo Cardaci (Fandango Libri, pp. 282, euro 17,50) è racchiusa da una scrittura forte, severa che lascia spazio allo sfogo della rabbia che ci si porta dentro quando qualcosa va storto e che non riusciamo a lasciar andar via.
Debora Colangelo