“Zattera” è il nuovo singolo di L’Edera – L’intervista
Il 25 settembre è uscito per Romolo Dischi/Pirames International “Zattera”, il nuovo singolo di L’Edera, all’anagrafe Alberto Manco, cantautore classe ‘96. Attualmente al lavoro al primo disco, ha pubblicato nel 2016 l’EP “Rampicante” e lo scorso giugno il singolo “Magica”. Abbiamo fatto qualche domanda all’artista per saperne di più.
In “Zattera” dici che ti trovi su una barca, che solo alla fine confessi essere più precisamente una zattera, e canti “e se ti piace naufragare puoi venire con me”, da dove viene questa metafora?
Son nato in Salento, più precisamente nei pressi di Santa Maria di Leuca, l’ultimo lembo di terra della penisola. L’immaginario del mare torna naturalmente in quello che scrivo. Ho scritto “Zattera” che avevo vent’anni, studiavo beni culturali e coltivavo il sogno della musica, una condizione che mi portava a non avere certezze sul futuro e a sentirmi come su una barca, più simile a una zattera, in mare aperto, in balia del vento. Una situazione di precarietà ma anche di grande libertà, se si ha il coraggio di salpare per inseguire ciò che amiamo. Così anche un naufragio può essere “dolce”, aiutare a crescere e indicarci la giusta rotta.
Nella copertina di “Zattera” c’è una giostra, come mai?
La foto è di Martina Loiola (@martiloi), fotografa leccese con cui avevo già collaborato per “Magica”. L’ho scelta perché oltre a essere una bella foto, porta con sé delle sensazioni legate alla giovinezza, alla spensieratezza e al movimento. Nello specifico si tratta di un girello, quello che ruota vorticosamente e ti fa venire il mal di mare per intenderci, mare che compare sullo sfondo, in altri due scatti di Martina. Quello di una baia che rappresenta una bellezza incontaminata, di un approdo selvaggio e quello di un chiosco in spiaggia che richiama un immaginario da ferie estive, un po’ da pensione. Ci sono altri concetti e analogie che possiamo trovare tra la copertina e il brano, ma è bello anche lasciare libera l’interpretazione.
Uscirà un videoclip di “Zattera”?
Sì. È stato realizzato da Edoardo Ambroggi (@yogurtaesthetic), artista emiliano, che ha curato anche l’artwork della copertina e seguito tutta la parte visual del singolo. Il video è stato girato a Boretto, sulle sponde del Po: una gita al fiume, in un giorno che doveva piovere. Leggerezza e precarietà, come nel brano. Siamo stati ospitati dal signor Alberto “Re del Po” nella sua dimora, una zattera sulla terraferma costruita da lui. Ci ha anche regalato dei chiodi come amuleti portafortuna, un po’ scomodi da portarsi dietro però.
“Magica” è il singolo uscito a giugno, che ha anche una bella versione remix di Simoo; un brano dal bel tiro, una canzone d’amore, ma dal retrogusto un po’ amaro “in questa notte magica ti confiderò un segreto da scordare al tuo risveglio”, come è nato questo brano?
È nato osservando una coppia di amici, uno segretamente innamorato dell’altro, ma consapevole che il suo amore non poteva essere ricambiato. È stato uno spunto reale che mi ha portato poi a metterci dentro anche del personale e dell’immaginario, pensando alle situazioni in cui vorremmo dire una marea di cose, ma poi finiamo per tacere. E non ci resta che viaggiare con la mente.
Il tuo primo album vedrà la luce nel 2021, farai uscire un altro singolo prima? Puoi anticipare qualcosa sul titolo o su quanti brani saranno inclusi?
Sì, posso dire che ci saranno altri singoli e nel 2021 uscirà un EP che metterà un punto alla prima fase di questo nuovo percorso. Un punto di partenza.
Con chi ti piacerebbe collaborare?
Mi piacerebbe ritrovarmi in studio a produrre un disco con Federico Dragogna de i Ministri o Niccolò Contessa de i Cani.
Quando è emersa in te la “musica infestante” che ha portato al nome d’arte L’Edera?
Quando nel 2013 mi son deciso a pubblicare online le demo dei pezzi che registravo in stanzetta. Partivo dal nulla, con pochissimi mezzi, ma ero spinto dalla sensazione che anche altre persone potessero rivedersi in quello che scrivevo e che quindi quelle canzoni avrebbero potuto far parte anche di loro. Come un’edera.
Come è cambiato, se è cambiato, il modo di scrivere canzoni dall’EP “Rampicante” a oggi?
Oggi sono più giudizioso e un po’ più critico con quello che scrivo, ma sono più aperto al confronto e agli input delle persone con cui collaboro. A parte questo, resto della filosofia che la canzone più bella è sempre la prossima che scriverò.
Roberta Usardi
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