“Yesun” è l’ultimo album di Roberto Fonseca
Lo scorso 18 ottobre è uscito per Wagram Music in Europa “Yesun” il nuovo album di Roberto Fonseca, il nono della carriera del pianista, cantante, polistrumentista, compositore, produttore e direttore d’orchestra cubano componente dei Buena Vista Social Club, che con questo nuovo lavoro ha realizzato il desiderio di riunire tutte le sue influenze in 13 tracce originali. Il titolo del disco, “Yesun” è un gioco di parole che simboleggia l’acqua e che, come l’acqua, ha il potere di raggiungere grandi distanze e acquisire qualunque forma, come la musica che Fonseca ha creato per questo disco.
In questo nuovo viaggio musicale hanno suonato con Fonseca compagni di vecchia data come Raúl Herrera alla batteria e Yandy Martínez Rodriguez al basso, con l’aggiunta di altri ospiti: il sassofonista americano Joe Lovano nel brano “Vivo”, il trobettista franco-libanesse Ibrahim Maalouf in “Kachucha”, la cantante e rapper cubana Danay Suarez in “Cadenas” e la diva del bolero Mercedes Cortés che canta in “Kachucha”.
Un disco poliedrico che racchiude radici e ramificazioni di Fonseca, con sonorità plurime, dai ritmi misti che non mancano di momenti più riflessivi e raccolti, come in “Por ti”, in cui pianoforte e basso, con suono che ricorda il violoncello, creano un pathos struggente, o “No soy de esos”, un altro lento in cui il piano dialoga soavemente con la voce in effetto sordina.
“La llamada” è la traccia di apertura, in stile jazz, e con il contributo prezioso del quartetto vocale femminile cubano Gema 4, composto da Tal Ben Ari, Odette Tellería, Michèle Alderete e Laura Flores, si passa poi a “Kachucha”, brano di stile africano che vede coniugare rumba e mambo, esaltato dalla presenza di un tumbao, il ritmo base africano suonato dal basso, “Cadenas” coinvolge subito con il suo ritmo funky e il contributo intenso di Danay Suarez con il suo rap, di “Por ti” abbiamo già citato l’incidenza emotiva di piano e basso, “Aggua” ha un ritmo trascinante, misto tra rumba, mambo e hip hop, con cori che vanno a esaltare il tema, “Motown” inizia con il giro di basso su cui poi si aggancia la ritmica e la sonorità elettronica, da segnalare l’assolo di moog (un sistema di sintetizzatori) su un tappeto di percussioni, “Stone of hope” è una bossa nova in cui il tema del piano viene assorbito dal basso, potente, mentre il piano improvvisa, “Vivo” dà ampio spazio al sax di Joe Lovano in un ritmo frenetico, per poi cambiare lasciando spazio al pianoforte e alla voce di Fonseca, poi seguita dal sax, “OO” è un brano jazz-funk psichedelico, con tastiere e pianoforte ad amalgamarsi alla base ritmica, “Mambo pa la nina” ha un ritmo trascinante di mambo con improvvisazioni vocali armonizzate, moog e un assolo divertente eseguito da un organo hammond, “Ocha” ha un giro di basso incalzante e un piano jazz che regala assoli straordinari, “No soy de esos” già citata, è un lento notevole dall’atmosfera soffusa e intima, infine “Clave” inizia con la campionatura della voce di Carlos Embale, famoso per la rumba, per svilupparsi con ritmiche funky jazz.
Un disco di grandi performance e di svariate emozioni, dettate da un ritmo sempre coinvolgente.
Roberta Usardi
Fotografia di Carles Roig.
http://www.robertofonseca.com/