Washington Square – Storie Americane di Giancarlo Sepe al Teatro La Comunità di Roma
Il lavoro di Sepe – in collaborazione con la Compagnia Umberto Orsini – è riconoscibile sin dall’inizio. Non a caso siamo al Teatro La Comunità: volti bianchi, veli trasparenti a contraddistinguere vivi e morti – mobili e immobili – movimenti ritmici e convulsi di personaggi-burattini che restano a terra inermi, volteggi leggeri di personaggi-ballerine come carillon, l’atmosfera buia e le musiche tradizionali del tempo.
Dopo la Parigi di Amletò o l’Irlanda di Dubliners ora ci troviamo a New York – la bandiera americana è fieramente innalzata al centro del palcoscenico – ed esattamente a Washington Square. Siamo a cavallo tra due secoli e la storia è quella di Catherine – Federica Stefanelli – e del suo amore per Morris – Guido Targetti – contrastato dal padre della giovane donna, il vedovo dottor Sloper – Pino Tufillaro. Rilevante è Adele Tirante che – nelle vesti della zia Lavinia Penniman, unica consolazione per la sventurata Cathrine – ci regala un personaggio dalla bellezza immortale del primo cinema del ‘900, con una voce drammatica e spiazzante.
Foto da archivio La Comunità
I fantasmi della morte, l’amore non corrisposto, i diritti e l’indipendenza delle donne sono i temi rimarcati e liberamente tratti dal romanzo di Henry James che vede le sue prime stesure nel 1880. La lingua è l’inglese, elemento di poco conto considerando l’eccezionale mimica che accompagna i movimenti di tutti i personaggi. Ogni figura scenica, ogni gesto, suono o parola sono un elemento indispensabile per mettere in moto la macchina marchiata Sepe.
Washington Square – Storie Americane sarà in scena fino a fine maggio al Teatro La Comunità di Roma.
Marianna Zito