VVV – La Vittoria di Vittorio al Vittoria
Non pensavo si potesse ancora parlare così di arte. Emozionare con l’arte, emozionare con opere forse da alcuni già viste, appartenenti al passato e, quindi, già esistenti da tempo. Vittorio Sgarbi lo sa fare bene, anzi meglio di chiunque altro, con un moto di innamoramento perpetuo che coinvolge tutti gli spettatori, nessuno escluso. Lo sa fare bene anche all’una di notte dopo quasi 4 ore di spettacolo.
EsotericArte – I misteri dell’Arte Italiana vede in prima battuta Elio Crifò che sguazza al buio della scena del Teatro Vittoria, con un salto nel passato fino all’Italia Medievale – tra arte bizantina, romanica e gotica – e il mistero che la caratterizza. Con degli exploit – a tratti decisamente troppo marcati e studiati – Crifò ci porta davanti all’esoterismo dantesco, al cospetto dei re e alle tante perplessità junghiane. Le geometrie delle cattedrali, i simbolismi dei segni (vedi l’infinito ∞), i legami con la musica classica e non, i misteri dei mosaici di Ravenna. Cosa nascondono tutte queste cose? Perché alcune simbologie, col passare del tempo, sono state letteralmente cancellate?
Una vera lezione d’Arte è la seconda parte con il prof. Sgarbi, piena di squisita bellezza dove ci viene spiegato il passaggio da questi simbolismi alla realtà fino a Giotto e alla fine del 1300, rivelando anche ai nostri occhi il Giotto romano Pietro Cavallini (che possiamo ammirare nella chiesa di Santa Cecilia in Trastevere). L’analisi è improvvisata, sera per sera, attraverso più di cinquanta dipinti. Ci colpiscono i Cristo Pantocratore, a rappresentare il primo Cristo uomo, con cui si cominciano a esprimere le emozioni umane, la concentrazione, l’intensità dello sguardo e dove si evince appieno il passaggio dal mistero alla ragione. È il raggiungimento della mimesi del reale, e quindi del razionale.
È ricchezza quella che prendiamo da queste lezioni di Vittorio Sgarbi, una ricchezza che ci spalma addosso con semplicità spiazzante, come un dono.
Al Teatro Vittoria di Roma fino a mercoledì 29 novembre.
Marianna Zito