“Vomito” di Lorenzo Terenzi al Roma Fringe Festival
Lorenzo Terenzi scrive e porta in scena – al Roma Fringe Festival – lo spettacolo “Vomito”. Un titolo di grande impatto che subito attira l’attenzione del pubblico. Ciò che lo spettatore si trova dinanzi è un palcoscenico nero, dove centrale è questo pseudo pupazzo a molla dal volto rosso sangue, contenuto in una scatola bianca, un cubo, che spicca su uno scenario pressappoco assente.
“Ho paura di invecchiare” è la frase con cui apre la sua invettiva nei confronti della società attuale. Una collettività la nostra, sempre meno collettiva e sempre più mossa da un egoismo individualistico alla ricerca della popolarità effimera offerta dai comuni social, mentre tutt’intorno il mondo va morendo. Il suo rimprovero è volto soprattutto nei confronti delle giovani generazioni, prive dei valori tradizionali che invece trasudano in quelle più vecchie, con cui non riescono più a comunicare; quelle composte da anziani destinati a case di riposo o sotto l’ala protettrice dell’ennesima badante o infermiera che, per muovere anche un dito, ha oramai bisogno di un titolo e di un’adeguata formazione. Loro che dopo aver combattuto guerre, dopo aver perseguito i propri sogni da soli sulle proprie gambe sono ora alla mercé dello sguardo compassionevole dei propri cari, ignari del fatto che la ruota gira per tutti, ma con la differenza che la loro vecchiaia sarà ben diversa, in un mondo sempre più prossimo alla fine e quasi sicuramente senza gli stessi agi economici.
Tuttavia, ridiamo amaramente su queste riflessioni forti perché sappiamo bene di essere tutti vittime degli stessi pregiudizi che animano la nostra società, in quanto sembra sempre più evidente abbia riportato solo una mela marcia a caretterizzarla, mentre – perché no – potremmo coltivare la speranza di avere un mondo, un giorno, semplicemente più variegato. Andare oltre. Uscire finalmente dal cubo dove siamo imprigionati.
Irene Alimonti