Vincenzo Fasano e il suo “Acquapunk”
“Acquapunk” è il nuovo album del cantautore mantovano Vincenzo Fasano, prodotto da Matteo Buzzanca e Mattia Panzarini e uscito lo scorso 14 giugno per l’etichetta Rokovoko Records, anticipato dal singolo “Dove non ci troveranno” e seguito da “L’estate più fredda del mondo”.
“io e te non siamo abbastanza sicuri, non sappiamo restare da soli, io e te non siamo abbastanza cattivi per potere restare lontani, ma vuoi vedere che è tutto quanto un gioco”
Un disco di 8 brani che hanno un impatto sonoro che oscilla tra lo stile elettronico anni ’80, con i tappeti di tastiere come ospiti fissi e le atmosfere da film, queste ultime presente in particolar modo nella suggestiva “Le bare bianche” e in “Ed io”, con un pizzico di spirito kolossal nella scelta del ritmo; l’elettronica ha invece molta più predominanza in “L’estate più fredda del mondo” e “Acquapunk” che dà titolo all’album e che lo introduce con un arpeggio di organo che anticipa l’entrata della voce a prenderne il posto.
La voce di Fasano si amalgama bene con gli arrangiamenti, dando un tocco di ruvidità con la sua timbrica che viene usata spesso in tonalità medio-alte, ma che si scopre anche piacevolmente calda nell’ultimo brano del disco, una ballad con pianoforte dal titolo “Dall’alto”, in cui emergono note più calme e avvolgenti.
“hai mai visto un uccello dall’alto, hai mai visto l’estate, hai mai visto il deserto dall’alto, come il sole?”
Un disco indubbiamente interessante, un disco che definirei stile “da viaggio” perché mentre si va, a piedi, in macchina, in treno, entra in profondità a lasciare il suo messaggio. Il termine “acquapunk” è forse l’indicazione precisa del genere di Vincenzo Fasano, una dimensione che ha costruito e che ha così personalizzato dall’inizio della sua carriera.
Roberta Usardi