“Via Crux – Tutto quello che pensate e non avete il coraggio di dire” al Teatro Celebrazioni di Bologna
Giuseppe Cruciani con il suo “Via Crux – Tutto quello che pensate e non avete il coraggio di dire” arriva al Teatro Celebrazioni di Bologna. È domenica 12 gennaio, il teatro è decisamente pieno, la voce de “La Zanzara” ha registrato il tutto esaurito.
In uno spettacolo dissacrante e senza perbenismi, Cruciani ci parla in piena libertà, senza preoccuparsi del politicamente corretto, del rischio di essere scomodo, di risultare irruente, di venire etichettato come irrispettoso, della possibilità di offendere qualcuno. E non risparmia nessuna delle tematiche che tanto vanno di moda oggi e che lui definisce buoniste, le passa tutte al vaglio, con il suo fare diretto, irriverente e sfrontato. Lo show – scritto da Giuseppe Cruciani e Sergio Bertolini, con la collaborazione di Francesco Borgonovo e Gilberto Penza – non è solo fatto di monologhi rapidi e a tratti incazzati che arrivano come fiumi di parole, è uno spettacolo dinamico, fatto anche di spezzoni di vecchi film, di articoli di giornale, di messaggi vocali dissenzienti, senza dimenticare lo spazio per il pubblico, che ha potuto dire anche la sua. Cruciani dà forza alle parole che, libere e senza filtro, diventano quasi una doccia fredda, uno scossone – puramente virtuale si intende – poiché Cruciani ci rammenta più volte della sua assoluta devozione alla non-violenza.
Ogni tempo ha i suoi paradossi, Cruciani ci racconta la sua visione, portando alcuni interrogativi di fondo: l’inclusione dei tempi moderni non diventa quasi inevitabilmente esclusione del vecchio mondo? Cosa è veramente sostenibile? Portare la sostenibilità agli estremi non diventa forse qualcosa di insostenibile? Questa modalità fair di interagire socialmente non diventa anch’essa una forzatura, se non una vera e propria dittatura anti-libertaria, tanto che anche il chiedere a qualcuno “da dove vieni” è oggi diventata una micro-aggressione? Cruciani ci mostra una contemporaneità così orientata all’assoluta assenza di qualsiasi forma di discriminazione, da diventare essa stessa discriminatoria verso tutto ciò che non segue questo diktat, a partire da una rilettura del passato, di tutto ciò che in esso c’era di sbagliato: Tex Willer accusato di genocidio, la Cappella Sistina di razzismo e la favola di Biancaneve di sessismo… La feroce critica verso il passato non lascia spazio neutro a molto di ciò che è stato, non è che questo respingere il passato ci allontana un po’ troppo da noi stessi, che di questo passato infondo siamo fatti?
Uno spettacolo in cui sicuramente non c’è stato di che annoiarsi!
Angelica Pizzolla