“Vi dichiaro marito e morte”: i racconti del nuovo libro di Simone Consorti
Racconti di uomini e donne, di morte, di menzogne, di vita. Storie “umane” che si trovano nell’ultimo libro di Simone Consorti “Vi dichiaro marito e morte” (Ensemble, Collana Officina, 2020, pp. 132, euro 12).
Dieci storie potenti, inquietanti, ma che rivelano molto dell’uomo e della natura che si puó celare sotto l’apparenza. Ad esempio il primo, “Portare il cuore di un santo” parla di un uomo a cui è stato trapiantato il cuore di un prete ritenuto santo e che per questo ha in coda ogni giorno fuori casa molte persone che vogliono sentirne il battito. Ma l’uomo in questione, con il suo cuore nuovo, è ben diverso dal tanto amato prete, anzi, avere il suo cuore gli dà la spinta per agire nella direzione opposta. Ma non è il solo a fare il doppio gioco, c’è anche la politica, che mostra senza alcuna remora i sotterfugi e le macchinazioni per poter ottenere consensi. Nel secondo racconto “Lei è il papà di Federica?” è sempre la morte la protagonista, questa volta di una giovane studentessa, e di come il suo compagno di banco viva la morte dell’amica e venga colpito dalle parole del padre di lei in chiesa durante funerale, che gl rimangono impresse anche a distanza di molti anni. “Il prescelto”, che ha nella narrazione la frase del titolo, è il flusso di pensieri di un uomo, a capo di una setta, relativamente al suicidio di massa che ha architettato, di cui va orgoglioso. Solo tre degli adepti si salveranno, due già decisi, il terzo a sorte, e se la sorte di sopravvivere spettasse a lui? Ecco la domanda che agita il suo ego.
Un libro che avvince, nonostante il viaggio all’interno della natura umana e i fatti raccontati siano in certi momenti particolarmenti crudeli, ed e proprio questa crudeltà a far tenere gli occhi incollati alle parole: si deve continuare a leggere per trovare una soluzione: un po’ di amore o qualcosa che vada a controbilanciare la crudeltà. Ma servirebbe davvero? Basterebbe a placare l’inquietudine o a cambiare la realtà? È quello che prova a fare la piccola Anna nell’ultimo racconto “I papà di Anna” che per cercare la madre decide di cercare anche il padre, che non ha mai conosciuto e di cui sa ben poco, ma che in quel momento per lei ha un’importanza enorme.
Una lettura scorrevolissima e in grado di travolgere e appassionare, che di certo dice molto del genere umano e delle parti nascoste annidate nella profondità degli animi.
Roberta Usardi