VENEZIA E “I RINTOCCHI DELLA MARANGONA”
I bimbi “hanno una immediatezza nei confronti della completezza delle cose che con il tempo si perde… Se riesci a rimetterti in quella logica, la riprendi“. Mirtilla e Nina sono le protagoniste della favola che Alberta Basaglia – figlia del noto Franco – artefice della chiusura dei manicomi, in quanto i pazzi sono dei malati e pertanto non devono essere chiusi nei lager,ma devono vivere dignitosamente a contatto con il mondo – e la giornalista Giulietta Raccanelli hanno scritto I RINTOCCHI DELLA MARANGONA (Baldini + Castoldi 2018, pp. 203 euro 17) centrando nella sua totale pienezza la logica pura e lineare che solo i bimbi hanno. Il libro è un viaggio descritto dettagliatamente nella Venezia del 2019, dove Nina si scontra con Mirtilla giunta – non si sa esattamente come – dal 1500, e da qui parte la storia: due bimbe, una che istruisce l’altra sulle realtà del proprio tempo.
Mirtilla racconta del maestro Tiziano che ha conosciuto e l’ha istruita sull’arte del disegno – con le sanguigne – di personaggi come Cristoforo Sabbadino, il proto che prometteva di riportare l’equilibrio perduto nella laguna riutilizzando il riciclo dell’acqua naturalmente a ogni cambio di marea – ogni 6 ore circa – per ripulire la città, contrastando le balorda idea di Alvise Cornaro da Padova che voleva bonificare le acque per estendere il territorio, innalzando una diga fatta di mura merlate. Pietro e lo zio Sotuttomi, interagiscono con le protagoniste; lo zio ama la storia, soprattutto del periodo di Mirtilla, che a sua volta lo diletta grazie alle sue profonde conoscenze. Lo sfondo è Venezia che pietra per pietra, canale per canale ricorda le vite di tanti uomini che l’hanno attraversata e vissuta. Venezia, magica custode di sopraffini intelletti umani e di errori altrettanto umani che rischiano di minare la sua integrità, come il Mose che ne è l’esempio eclatante. Solo la Storia con i suoi sensati accorgimenti potrà insegnarci come salvaguardare la maestosità e la bellezza di un posto unico al mondo.
Toccante e degno di nota è l’esame introspettivo di Mirtilla, le sue ingenue domande al cospetto della tecnologia e del suo futuro; e, allo stesso tempo, importanti sono gli interventi dello zio Sotuttomi, ma d’altronde si sa: i pazzi e i bambini dicono sempre la verità!!! Una favola farcita di scomode realtà, con un linguaggio semplice ma forbito, che lascia il lettore con un sorriso ad attendere, pagina dopo pagina, la conclusione.
Marisa Padula