Valter Malosti incontra Primo Levi: “Se questo è un uomo” al Teatro Franco Parenti
In occasione del centesimo anniversario dalla nascita di Primo Levi, Valter Malosti porta in scena “Se questo è un uomo” prima alla Fondazione TPE di Torino, di cui è il direttore artistico, la scorsa primavera, e ora a Milano al Teatro Franco Parenti.
La Sala Grande ospita questo viaggio, perchè di viaggio si tratta, attraverso ricordi, musiche, parole; una regia intensa che tiene in perfetto equilibrio la parola narrata e la prolungata staticità corporea con le immagini e i suoni. Il tutto funziona armoniosamente, Valter Malosti ipnotizza con la sua presenza e attraverso la sua voce conduce la storia, da poco prima dell’arresto di Levi nel ‘43, all’età di 24 anni, lungo il difficile e angosciante viaggio in treno verso Auschwitz fino al suo arrivo e alla trasformazione subìta dentro di sè come essere umano fino alla liberazione nel ‘45.
La scena, creata da Margherita Palli, è molto suggestiva, con un pavimento irregolare composto da valigie incollate una vicino all’altra, il cui manico è visibile, valigie come quella che Malosti/Levi porta con sè e che si terrà vicino per tutto il tempo, durante il viaggio indimenticabile dell’uomo fino alla sua radice più profonda, fino ad oltrepassare il confine tra l’umanità e la bestialità. La valigia rimane immobile dov’è, la valigia è un ricordo che non potrà mai essere spostato dalla memoria, nè coperto, nè ignorato. Ad adornare la narrazione, fluida e inesorabile, sono i madrigali composti da Carlo Boccadoro partendo dalle poesie che Levi scrisse tra il 1945-46, al suo rientro dal campo di concentramento, eseguiti acappella dai solisti dell’Erato Choir.
“Accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso.”
Lo spettacolo porta con sè un bagaglio sonoro e visivo importante, pungente, forte, la condensazione scenica di Domenico Scarpa e Valter Malosti si snoda inesorabile, portando vicende e memorie a galla, consapevoli del loro segno indelebile; straordinario il lavoro fatto con le luci di Cesare Accetta, i video di Luca Brinchi e Daniele Spanò e il progetto sonoro, avvolgente, di G.U.P. Alcaro. Con Valter Malosti compaiono in scena, in alcuni momenti, le figure di un uomo e una donna, due compagni di viaggio che assomigliano a fantasmi e si muovono a fatica e senza emettere alcun suono: queste figure sono interpretate con profondità da Antonio Bertusi e Camilla Sandri.
Quasi due ore di immersione profonda in un mondo a parte, in forma di memoria, due ore in cui le parole di Primo Levi arrivano forti in un manifesto di quello che è stato e non dovrà mai più essere, per sottolineare ancora una volta fatti che hanno portato barriere e distinzioni tra gli esseri umani, distruggendo dignità e infondendo paura. Uno spettacolo da vedere e da applaudire.
In scena al Teatro Franco Parenti fino dall’8 al 20 ottobre 2019.
Roberta Usardi