“Uno di voi” in scena al Teatro Martinitt di Milano
Un sabato pomeriggio di inizio anno, un 11 gennaio diverso, nella fantastica realtà del Teatro Martinitt, il luogo dei grandi numeri con oltre 40.000 spettatori nel 2019 e oltre 2600 abbonamenti in 10 stagioni, che dà fiducia al talento. Un Teatro che ha regalato anche il cinema che mancava al quartiere in cui si trova.
“Uno di voi”, per la regia di Roberto Marafante, in scena dal 9 al 26 gennaio, si costruisce attorno la storia di una donna, Maria, insegnante, sognatrice, moderna e che non le manda a dire. I ritmi sono palesemente dettati da lei. Ineccepibile l’interpretazione di Maria Giulia Scarcella: i suoi umori, la sua praticità e la sua positività, espressa con espressioni vive e mimica azzeccata rendono lo spettacolo molto fruibile. Maria è anche in una relazione complicata, sin dai tempi dell’università con Luca (Andrea Deanesi), ragazzo semplice e poco incline a prendersi le proprie responsabilità. Dalla battuta facile, capace di cogliere l’attimo per ottenere ciò che vuole, i suoi movimenti e azioni lo fanno trasparire in modo eccellente poco maturo, un po’ coniglio anche nel linguaggio del corpo e, naturalmente, poco adatto ad affrontare la determinazione e la forza di pensiero di Maria. Un’interpretazione azzeccata.
La storia nella sua totalità è semplice. È l’arrivo di un vecchio amico perso di vista da anni, il depresso cronico e divertente Gianni, interpretato da un magistrale Mirko Corradini, dà il calcio di inizio a tutto. Gianni appare instabile, ma allo stesso tempo divertente per il pubblico, e subito mette sul piatto tutte le disavventure di una vita completamente diversa da ciò che desiderava. Parla persino della sua impotenza che, da lì a poco, non sarò più tale. Ma non si tratta banalmente di una coppia in cui ci sono tre persone. Un secondo amico e fratello di Luca, Jacopo (Giuliano Comin), è un po’ l’ingrediente segreto dello spettacolo che aggiunge colore a ciò che potrebbe sembrare un banale tradimento. Costretto dalla vita a vivere nella menzogna, riuscirà a entrare prepotentemente nell’equilibrio della coppia. Con autoironia smorzerà con battute veloci il clima ogni volta che diventa teso. Comin si è calato completamente nella parte e ha fatto trasparire l’esistenza di un mondo parallelo, in cui non è facile vivere con trasparenza la propria identità più profonda. Insomma, quattro amici di lunga data, di cui tre uomini, tutti in modo diverso innamorati della stessa donna. Una donna che, in modo diverso, è innamorata dei tre uomini più importanti della sua vita. Uno spettacolo che si basa sul ricordo di un passato glorioso che si confronta con un presente diverso da quello immaginato. Ogni personaggio maschile, in modo diverso e non contestuale, confesserà tutta la propria fragilità di uomo non completamente realizzato al cospetto dell’amica (Maria) che, per ragioni diverse, si trova nella stessa giornata a far l’amore con tutti e tre. Il presente sembra far leva sulla forza audace della confusione di tutti, per mettere le basi del futuro e il futuro si palesa con il comparire di un bambino nel ventre della donna che è costretta a radunare i tre uomini in un laboratorio di analisi per sottoporsi al DNA. Un dramma trattato in modo seriamente comico che monta e smonta relazioni consolidate.
La scenografia, intelligente, semplice, modulabile ed efficace è di Andrea Coppi, le luci di Nicola Piffer per l’organizzazione di Mattia Bertolini.
Luigi Barbetta