“Una straordinaria antipatica. Oriana Fallaci giornalista e scrittrice” di Anna Gorini
Oriana Fallaci, una grande giornalista e scrittrice che è stata in grado di raccontare tutto il secondo Novecento fino ai primi anni Duemila, attraverso le vicende storico politiche e attraverso le narrazioni della sua vita privata, che hanno dato vita a grandi opere letterarie di fama internazionale. Un personaggio molto amato ma anche molto scomodo per i media, per l’opinione pubblica e per i partiti. Una scrittura dirompente, lineare e precisa con un linguaggio sì accurato, ma in grado di rendere fruibili a tutti anche gli argomenti più ostici
Giovane partigiana, prima giornalista nella NASA e prima inviata di guerra italiana, reporter per l’Europeo, promotrice del new journalism e compagna di Alekos Panagulis e autrice di interviste ai grandi personaggi della storia e della politica. Una grande personalità eccentrica, partecipativa e dirompente, scomoda al punto che, a quasi vent’anni dalla sua morte, sembra scomparsa, dimenticata. Dove è finita la scrittrice Fallaci? È davvero così semplice nella nostra letteratura sotterrare una voce così potente e indipendente che ha venduto milioni di libri in tutto il mondo? Di tutto ciò che è stata Oriana Fallaci, del suo stile giornalistico e narrativo, resta davvero oggi solo il mito?
Per comprendere lo “scrittore” Oriana Fallaci, come scrive Anna Gorini nell’introduzione al suo volume “Una straordinaria antipatica. Oriana Fallaci giornalista e scrittrice” (Carocci, pp. 188, euro 21), bisogna considerare tutti generi in cui si è espressa, dal giornalismo alla narrativa, senza tralasciare gli intrecci con il suo privato, che diventano punti di partenza per i dibattiti del contemporaneo. Interessante, a tal proposito e per quanto possa sorprendere i meno attenti, è il legame di stima e amicizia con Pier Paolo Pasolini e il ruolo del poeta friulano all’interno del passaggio di Fallaci da giornalista a scrittrice; ad esempio per la pubblicazione di Lettera a un bambino mai nato (1975) lo scambio con Pasolini fu necessario per la formazione e la struttura di entrambi e della loro partecipazione al dibattito di quegli anni sull’aborto in Italia. Le morti di Pasolini prima e di Panagulis poi (raccontato nel libro Un Uomo, 1979) contribuiranno a un suo allontanamento dal giornalismo e dalla ricerca di verità scomode, ed ecco quindi che si ritirerà nella sua casa di New York per scrivere solo romanzi e interviste, collaborando con alcune testate, fino agli attacchi terroristici del 2001, e alle conseguenti critiche per l’uscita del volume La rabbia e l’orgoglio (2001).
Con questo volume Anna Gorini vuole riportare l’attenzione su una Fallaci dimenticata, sulla scrittrice e intellettuale nel contesto del suo tempo, dagli anni Sessanta agli anni Duemila, sulla sua “individualità di intellettuale militante” e sul valore dei suoi testi; riscoprire le sue opere per ricollocarle al loro posto, senza pregiudizi, nella letteratura italiana del XX secolo.
Marianna Zito