Una giullarata antimafiosa al Teatro dell’Acquario di Cosenza
Sabato 24 marzo è andato in scena al Teatro dell’Acquario di Cosenza – all’interno della rassegna Teatro civile – “Mafia, maschere e cornuti” di e con Giulio Cavalli – una produzione Bottega dei Mestieri Teatrali. Cavalli – partendo dal testo Nomi, cognomi e infami (che ha girato l’Italia con oltre 500 repliche) – dileggia i vizi privati dei temutissimi potenti mafiosi, sfatando miti e leggende.
La scelta del monologo, che Cavalli porta in scena con impegno e ironia, è necessaria per meglio riflettere sulle tante assurdità e incoerenze, proprie di chi con la mafia convive da sempre e la parola è il mezzo più potente per combattere l’omertà e chi su di essa ha eretto il proprio potere.
“La parola contro le mafie funziona!” commenta l’attore.
E la parola arriva diretta, forte, chiara. Al punto che Giulio Cavalli, attore e autore teatrale, nel tempo è diventato un personaggio scomodo, ed è costretto a vivere sotto scorta. E – come un giullare moderno, attraverso racconti di vita quotidiana – ridicolizza i potenti ridimensionando tutto quello che “ci fanno credere invincibile ed invece non lo è”.
Lo spettacolo ruota attorno a una citazione di Mark Twain, ripetuta più volte in scena: “Non bisogna avere paura di ciò che non si conosce ma bisogna temere ciò che crediamo vero e invece non lo è”. Ed è così che figure note come Riina e Provenzano vengono ridimensionate. In questa luce possiamo finalmente vederle per ciò che sono realmente: miserevoli fuggitivi, che vivono nel loro sudiciume con la sola compagnia della loro ottusità mentale.
La mafia così svelata e raccontata non può far paura. È una presa di coscienza, quella a cui ci esorta questo spettacolo. Prendere consapevolezza attraverso la narrazione di ciò che realmente è la mafia: uomini come noi che utilizzano le nostre paure per accrescere il loro potere.
E allora “Ridere della mafia è antiracket culturale: ogni risata strappata al pubblico è una forma di antimafia sociale, di ribellione civile”. Incoraggiante scoprire tra il pubblico donne provenienti da altre città calabresi: segno inconfutabile di una società attenta e che vuole cambiare.
Bravo Giulio Cavalli! Coraggioso il suo impegno per un teatro che è Teatro civile.
Chi è Giulio Cavalli?
Conosciamolo meglio:
Giulio Cavalli è attore, regista, giornalista e scrittore. Tra i suoi lavori più importanti: Linate 8 ottobre 2001, Kabum! (giullarata sulla resistenza con la regia di Paolo Rossi), Benvenuta Catastrofe (con la regia di Dario Fo). Da anni si dedica al tema delle mafie (dal processo Andreotti, con la collaborazione drammaturgia di Gian Carlo Caselli fino alla vicenda di Marcello Dell’Utri). Con la giullarata Nomi, Cognomi e Infami (di cui questo spettacolo è la prosecuzione) ha girato i teatri, le piazze e le scuole in più di 500 repliche. Ha vinto il premio Fava Giovani nel 2009, il premio Borsellino nel 2012 e il XXIII Premio internazionale Rosario Livatino-Antonino Saetta-Gaetano Costa nel 2017. Scrive per Left, Fanpage e collabora con L’Espresso. Ha pubblicato libri per Chiarelettere, per Rizzoli e per Verdenero. Il suo ultimo romanzo è Santa Mamma, Fandango 2017.
Letizia Chippari