“Una gioia senza paure. Lettere sul desiderio di esser chi si è” di George Sand

“Se fossi stata un uomo avrei dato volentieri di spada qua e là, relegando le lettere al tempo libero. Non essendolo, faccio a meno della spada e mi servo della penna.”
“Una gioia senza paure. Lettere sul desiderio di esser chi si è” (2024, pp. 64, euro 8) di George Sand (1804-1876) fa parte della deliziosa collana I Pacchetti con cui L’orma editore ha dato vita a questi meravigliosi libriccini/cartolina da spedire come regalo o da collezionare.
Questo piccolo volume, curato da Marco Federici Solari e con la traduzione di Claudia Romagnolo, ben simboleggia ciò che contiene, ovvero una selezione accurata delle 18 mila lettere che George Sand, nom de plume di Amantine Aurore Lucile Dupin, scrisse durante la sua “esistenza libera e anticonformista che sarebbe divenuta leggendaria”.
Sono 24 le lettere qui riprodotte che racchiudono la sua carriera letteraria, il suo attivismo politico, la lotta per i diritti civili delle donne e i suoi amori dalle mille sfaccettature differenti. Sono le lettere all’amato Alfred de Musset – “perché quell’incombenza così dolce, che avevo affrontato con tanta gioia è divenuta poco a poco tanto amara e poi di colpo impossibile?” -, ad Alexandre Dumas figlio, al tanto stimato Gustave Flaubert o le risposte ai giornalisti che facevano insinuazioni sul suo conto, come quelle destinate ad Adolphe Guéroult.
Eclettica, dallo stile androgino, George Sand indossava spesso abiti maschili, fumava in pubblico, con un atteggiamento anticonformista faceva sempre parlare di sé, portandola a divenire uno dei più noti personaggi controversi dei salotti letterari francesi dell’Ottocento.
Marianna Zito