“Una breve elegia”: l’esplorazione poetica di Animo Chen
Animo Chen scrive tre storie da divorare con gli occhi.
Pagina dopo pagina, la poesia – di cui sono intrise le immagini – prende forma, poi movimento fino a restituire le emozioni scaturite dalle azioni, dalle perdite, dagli abbandoni, dalla morte.
La prima storia, Fiume in secca, ci attraversa con gli occhi di un bambino che, a seguito di un incidente, incrocia la morte e la fugge, restituendosi sì alla sua quotidianità, ma diverso, cambiato dagli eventi.
La seconda, Zanzare comuni, raffigura il dolore della morte di un figlio e al tempo stesso, la forza dei genitori che si costringono ad affrontare questo dolore, a uscire dal baratro in cui sono inevitabilmente precipitati.
La terza, Il nastro, è il dolore di un amore perso, è un naufragio nei ricordi, una ricerca del passato ormai inesistente, perché mutato.
“Una breve elegia” (add Editore, pp. 312, euro 28) è il primo libro di Animo Chen. Un capolavoro.
“Noi cresciamo, ma le nostre memorie no, proprio come in certi amori. Alcuni aspetti della separazione sono inevitabili: quando necessario, bisogna che si tiri fuori qualcosa da scambiare con ciò che si dimentica”.
L’autore parte da vicende o pensieri personali e li espande con le linee e con i colori, come il tempo.
Quel tempo che ci avvicina – giorno dopo giorno – alla morte.
E siamo ancora in tempo per visitare al MAO di Torino – fino al 7 gennaio 2024 – alcune delle meravigliose tavole di Animo Chen.
Marianna Zito