Un uomo e un giudice nello spettacolo “La stanza di Agnese” al teatro Kismet di Bari
Penombra, un telefono con filo e cornetta squilla. Una donna dai capelli grigio lucente entra in scena, risponde, e subito dopo mette giù; non proferisce parola, contrita e affranta abbassa la cornetta, si siede su una poltrona con un piccolo cassetto in legno antico posizionato nella sua stanza dalle pareti rosse. Ferma, immobile per tutta la durata della performance l’attrice Sara Bevilacqua ha fatto coraggiosamente rivivere a tutto il numerosissimo pubblico presente in sala la dimensione umana, familiare e sentimentale di Paolo Borsellino un uomo dello Stato, un marito, un padre e un amico.
“La stanza di Agnese” è uno spettacolo per la memoria e di memoria, intriso di ricordi dolci, familiari, ma anche potenti e di denuncia, una testimonianza che scuote i cuori e le menti di ogni generazione. Unico archetipo per generare e festeggiare la vita è il ricordo e il valore che ne consegue, come quello per la giustizia, la pace e la non-violenza. Paolo, prima uomo e poi magistrato, ha testimoniato e insegnato che non bisogna mai smettere di credere nelle istituzioni, nello Stato e di rispettare le norme che da esso sono garantite.
“La stanza di Agnese” nasce da un’idea e da una proposta dalla Scuola di Formazione Antonio Caponnetto e grazie al contributo dell’autore e drammaturgo Osvaldo Capraro, Agnese vive com’è vivo il suo amore per Paolo. L’attrice e regista dello spettacolo, Sara Bevilacqua, trova una cifra stilistica che sa ben oscillare tra i tecnicismi e il sangue che scorre nelle viscere di una donna che non si è mai piegata, e che fedelmente è rimasta accanto al marito in momenti bui, quando il giudice si è ritrovato circondato dalla solitudine da parte della società civile e delle istituzioni. “Via D’Amelio è stata da colpo di Stato” queste le parole con cui lo spettatore viene calato nella realtà e nei ricordi di Agnese, parole pronunciate dal Presidente Cossiga diciotto anni dopo la scomparsa di Paolo Borsellino.
Lo spettacolo è andato in scena al Teatro Kismet di Bari giovedì 21 marzo, giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di tutte le mafie, nonché equinozio di primavera, e ci auguriamo che questo sia l’inizio di una nuova primavera, sancito dalla parole del monologo di Agnese, fedele testimone di memoria.
Lucia Amoruso