“Un metro lungo due metri”: Mauro Orletti si racconta raccontando Remo Gaspari
“La parte più divertente dello scrivere una biografia, specie se si tratta della biografia di un personaggio importante ma non celebre, è che certi particolari vanno cercati un po’ ovunque, affidandosi al caso. E questo vuol dire viaggiare, catapultarsi in luoghi stravaganti, parlare con le persone, fare domande, rompere le scatole e sperare che venga fuori qualcosa di buono, qualche materiale su cui lavorare.”
Chi era Remo Gaspari? Quale fu il suo ruolo all’interno della politica italiana? E, prima ancora, quale fu la strada che lo portò verso questa scelta? E cosa accadde nella sua gioventù?
Con “Un metro lungo due metri” (Exòrma, Quisiscrivemale, pp. 259, euro 17) Mauro Orletti scrive una biografia accurata e racconta gli aneddoti che caratterizzarono la vita di quel “pazzo scatenato” di Remo Gaspari, inserendoli in un preciso punto geografico, che è quello abruzzese – il paesino di Gissi degli anni ‘40 – e in una dettagliata cornice storica, politica e sociale di quegli anni, senza ignorare eventi tragici come l’uccisione di Aldo Moro o la morte del piccolo Alfredino Rampi e, ancora, l’alluvione della Valtellina del 18 luglio 1987.
“Ma gli abruzzesi lo ricorderanno sempre così, come il capo delle Poste. Per gli abruzzesi Remo Gaspari è, e sempre sarà, il capo delle Poste. E il fatto che la mia famiglia, in un modo o nell’altro, in momenti e per varie ragioni, abbia avuto a che fare con il signore molto potente, il sottosegretario, il capo delle Poste, mi è parso fin d’allora motivo sufficiente perché anch’io, prima o poi, facessi i conti con lui.
Le vicende politiche di Remo Gaspari – un personaggio democristiano marginale ma sempre presente e attivo all’interno della logica sfocata della politica – si intrecciano con quelle della vita dell’autore, suo conterraneo, che diventa anche voce narrante della storia e che, con maestria, trascrive anche i suoi di ricordi, come quello della Fiat 124, simbolo del passato italiano, “molte storie di questo Paese, in fondo, sono successe dentro qualche automobile” e quelli che riguardano la sua famiglia e, soprattutto, suo nonno.
“… Gaspari è spesso in mezzo ai protagonisti, quasi sempre coinvolto dagli avvenimenti, regolarmente sul palco ma non al centro della scena, magari sul fondo, in una zona in cui un po’ si perde.”
Gaspari è un personaggio davvero sui generis e contraddittorio, un uomo dalle mille risorse, pensiamo ad esempio a quando subito dopo un ictus decise di correre per una gara campestre. Dalla narrazione di tanti episodi come questo si intravede la genialità che Orletti ha nell’utilizzare la sua scrittura ritmata, in modo ironico ma anche sprezzante, con cui riesce a descrivere quegli episodi gravi che hanno segnato le coscienze ma che a nulla sono valsi per sanare altri errori che hanno marcato il futuro del nostro Paese.
Marianna Zito