Un buffo intermezzo fa sorridere il pubblico del Caio Melisso
Continua l’attività della 72 esima Stagione Lirica Sperimentale di Spoleto che, il week end scorso 14, 15, 16 Settembre, ha portato al Teatro Caio Melisso “La Furba e lo Sciocco“.
Il Lirico sperimentale rivaluta il genere dell’intermezzo, utilizzato nel passato per separare gli atti delle opere, e avvalendosi della collaborazione con il centro studi Pergolesi dell’università di Milano, mette in scena “La furba e lo Sciocco”, del compositore napoletano Domenico Sarri su libretto di Tommaso Mariani, regia e scene di Andrea Stanisci. A colpire non è tanto la trama, che è la solita storia di una scaltra Madama caduta in povertà e intenta a ingannare un conte un po’ tontolotto e fargli sudare sette camicie per conquistarla, ma l’interpretazione, i costumi e la musica, costruiti intorno all’intermezzo. Per quel che riguarda gli interpreti Madama Sofia, è la giovane soprano Susanna Wolff, vincitrice del concorso dello Sperimentale 2018 (premio Imaie 2018), che oltre a stupire per il potenziale vocale colpisce per la versatilità con cui alterna un linguaggio forbito e distaccato da vera madama, a un uno strampalato discorso italo franco spagnolo travestita da ussaro. Il baritono Paolo Ciavarelli che invece impersona Conte Barlacco, spicca per la sua verve attoriale e suscita simpatia con le sue facce buffe e l’utilizzo di onomatopee cardiache. Non sono da meno i due giovani valletti della madama, Carlo Bonilli e Massimiliano Caporaletti, che strappano delle risate al pubblico con il loro travestitismo. A dare ancor più ritmo e vivacità all’intermezzo è la parte musicale affidata al Maestro Pierfrancesco Borrelli che ha diretto l’ ensemble dell’orchestra dello Sperimentale formato da Lorenzo Derinni (violino I), Anna Del Bon (violino II), Adelaide Pizzi (viola), Matteo Maria Zurletti (violoncello), Andrea Cesaretti(contrabasso). Così come poliedrici sono stati gli accompagnamenti e i recitativi al cembalo di Livia Guarino, anche lei frutto degli studi allo Sperimentale. Assolutamente originali i costumi curati da Clelia De Angelis, che tra i materiali utilizzati per riprodurre i vestiti dell’epoca ha usato della carta.
Questi elementi così congeniali tra loro hanno contribuito a creare un’ opera vivace e ironica, particolarmente gradita al pubblico che è uscito con un sorriso stampato sul volto.
Michela Bruschini