UN BORGHESE PICCOLO PICCOLO al Teatro Nuovo Menotti di Spoleto
Sabato 9 dicembre al Teatro Nuovo Giancarlo Menotti a Spoleto, Massimo Dapporto ha interpretato Giovanni Vivaldi, nella commedia Un borghese piccolo piccolo.
Tratta dall’omonimo romanzo di Vincenzo Cerami (cui è ispirato il capolavoro cinematografico di Mario Monicelli) è adattata e diretta da Fabrizio Coniglio. Nel cast figurano Susanna Marcomeni, la moglie Amalia, Roberto D’Alessandro, il dirigente Spaziani, Matteo Francomano, il figlio Mario e Federico Rubino, l’assassino di Mario.
Giovanni, impiegato al Ministero e prossimo alla pensione, per garantire un futuro al figlio vuole sistemarlo in quel ministero in cui egli stesso lavora da 30 anni. Mario, un neodiplomato non molto brillante che conserva una certa ingenuità e fiducia nei confronti del prossimo, segue la morale del padre, che è quella della piccola borghesia italiana: “Pensa a te, Mario, pensa solo a te! Ricordati che in questo mondo basta fare sì con gli occhi e no con la testa, che c’è sempre uno pronto che ti pugnala nella schiena. D’altronde io e tua madre siamo soddisfatti: abbiamo un figlio ragioniere, che vogliamo di più? Per noi gli altri non esistono. Tu ormai sei sistemato, noi siamo vecchi: non c’abbiamo altre ambizioni. Tutto quello che vogliamo è morire in pace, con la coscienza a posto.”
Alla ricerca disperata di una scorciatoia per far superare il concorso al figlio, Giovanni viene introdotto nella Massoneria, a cui scopre appartenere tutto il Ministero. Purtroppo però il giovane Mario non potrà usufruire di quei vantaggi che godono i membri della Loggia né superare cosi il concorso, perché rimarrà vittima accidentale di una sparatoria.
La recitazione di Dapporto e D’Alessandro evidenzia magistralmente l’ ipocrisia, la mediocrità e l’indifferenza di questa borghesia italiana piccola piccola. Di grande attualità, questa commedia amara racconta il desiderio connaturato nell’animo di ogni cittadino italiano di raggirare le regole della società, dove la raccomandazione è avvertita come necessaria per sopravvivere, il desiderio di un popolo che non crede nella possibilità di essere tutti uguali di fronte alla legge e nelle pari opportunità di emancipazione sociale ed economica. O forse è Spaziani, che riprendendo una citazione di Papà Goriot di Honorè de Balzac, ci dice come stanno veramente le cose: “ Di corruzione ce n’è tanta, il talento è raro. Perciò la corruzione è l’arma della mediocrità che abbonda, e voi ne sentirete ovunque la punta.”
Michela Bruschini