“Umani” è il nuovo album dei Lingue
Venerdì 8 maggio è uscito “Umani”, il nuovo disco della band Lingue per l’etichetta Pioggia Rossa Dischi, anticipato da tre singoli, “Umani”, “Regali” e “Scale”.
La band, formatasi in Abruzzo nel novembre 2016, è composta da Federico Vittorini, Marco Fontana, Andrea Orlandi, Valerio Scarsella e Luca Biasini. All’attivo i Lingue hanno un EP uscito nel 2017, intitolato “Neve”, autoprodotto, seguito da una serie di numerosi concerti promozionali e dalla partecipazione alle finali del Premio Buscaglione. “Umani” è stato registrato tra marzo 2018 e febbraio 2019 sotto la produzione artistica di Marco Diniz Di Nardo (Management) e il lavoro di regia di Andrea Di Gianbattista e Giovanni Versari.
Il disco si compone di dieci tracce, brevemente commentate qui di seguito.
“Umani” uscito come primo singolo, è un brano dal testo profondo, uno dei più belli del disco, che nel ritornello dice “non permettere più a un giorno sbagliato di farti del male, di non farti più uscire, tu non piangere più perchè quello che sei non è un giorno sbagliato, solo che non lo sai”.
“Morte e poi tornare” è una canzone d’amore poetica: “la porta aperta tu la chiudi col vuoto, e dai, ma mentre giochi con il pane, perché non mi guardi”
“Venere” è un brano malinconico, in cui si racconta il momento di crisi di coppia:“ti prego non chiamarmi per uscire, camminerei per tutto il tempo a fianco a un muro, ma dove vai con quei capelli sporchi, che sei bella come il mare alle sette di sera”.
“Scale” è un brano attuale e ironico in cui ci si trova a lamentarsi della quotidianità: “della benzina alta non mi frega niente, sono spettatore in questo traffico che ci fa stare male”
“Regali” si concentra sul materialismo che spesso governa la società, non si tratta di un sostantivo, ma della seconda persona singolare del verbo regalare e tra un parlato e un cantato si redige una lista: “regali la sete di labbra ferite, di bocche impastate, bottiglie bruciate, di sensi di colpa che non senti più”.
“Lovepop” è un brano elettro-ironico-erotico dai cori in falsetto:“vestiti bene che andiamo a puttane che non c’è niente di meglio, niente di male”.
“Gary Neville” è il calciatore di riferimento di questa canzone che parla d’amore “ma se solo corressi come Gary Neville, sarei sempre in anticipo e non suderei”
“Non te ne rendi conto” è un brano che vede la partecipazione dei Management e che si concentra su riflessioni universali in un folto ritornello: “non so se è meglio l’andata o il ritorno, forse dipende dalla destinazione, non so se è meglio la notte o il giorno, impossibile spiegarlo in una canzone, non so se è meglio capire e ascoltare o esprimersi sempre in ogni situazione, non so se è meglio bere e mangiare rispetto a guardarti negli occhi e morire”.
“Mezzanotte per sempre” è una ballata d’atmosfera struggente, dall’atmosfera malinconica “mezzanotte per sempre, almeno un’ora”.
“Anche senza le mie mani” chiude il disco, un brano che vuol portare alla fiducia nonostante l’assenza “e allora prendi quello che rimane, prenditi quello che non c’era”.
Roberta Usardi
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