“UKIYOE. Il Mondo Fluttuante. Visioni dal Giappone” in mostra a Palazzo Braschi
È quasi giunta al termine la ricchissima mostra che, dal 20 febbraio 2024, ha riempito le sale di Palazzo Braschi di Roma. Infatti, restano solo due giorni per andare a visitare “UKIYOE. Il Mondo Fluttuante. Visioni dal Giappone”.
Sono 150 i capolavori dell’arte giapponese di epoca Edo, nel periodo che va dal Seicento all’Ottocento, a rappresentare quel filone artistico che è l’ukiyoe, una tecnica importata dalla Cina, che si rivelò il più innovativo del suo tempo e che ancora oggi si rivela molto influente. Sono quelle che riconosciamo come le “immagini del mondo fluttuante”, un genere pittorico che nasce in epoca Edo (1603-1868) e in cui si realizzano rotoli da appendere e da srotolare tra le mani, paraventi di grande formato, dipinti a pennello su seta o carta, stampe realizzate in policromia con matrice in legno su carta.
Una nuova arte che vide cambiare i soggetti fino a quel momento rappresentati e che si rifacevano alla scuola classica di Kyoto, facendo maggior riferimento alla società giapponese del tempo, dagli usi ai costumi; dalla moda ai luoghi naturali e alle vedute urbane più ricercate; dalle immagini del teatro kabuki ai quartieri di piacere ravvivati dalla bellezza di cortigiane e delle geisha, agli spettacoli di danza, musica e di intrattenimenti con ogni forma d’arte. Ed ecco quindi i più importanti tra i maestri dell’ukiyoe, oltre 30 artisti, a partire dalle prime scuole Seicentesche come la Torii fino ai nomi più noti di Kitagawa Utamaro, Katsushika Hokusai, Tōshusai Sharaku, Keisai Eisen e fino alla grande scuola Utagawa con Toyokuni, Toyoharu, Hiroshige, Kuniyoshi, Kunisada.
Durante il percorso espositivo, formato da sette sezioni, troviamo esposti anche strumenti musicali, giochi da tavolo, un soprakimono (uchikake) e accessori del corredo femminile e maschile alla moda.
“L’ukiyoe, tuttavia, dietro al racconto di nuove mode e stili di vita, lascia trasparire anche una raffinatezza culturale testimoniata dalla diffusione delle arti intese come discipline formative dell’individuo colto, talvolta utilizzate come espediente per aggirare la censura del governo che vietava soggetti legati a cortigiane e attori, nascosti da artisti ed editori sotto velati insegnamenti morali e moralistici”.
Il periodo storico che scorre sotto i nostri occhi è quello dei circa duecentocinquant’anni del governo militare dei Tokugawa, che vede lo scorrere di un lungo periodo di pace con grandi e rilevanti cambiamenti sociali, economici e artistici, che terminò a partire da metà Ottocento, con la Restaurazione Meiji che riportò al centro del potere l’Imperatore, e che vide la riapertura forzata del Paese agli scambi con le potenze occidentali.
Marianna Zito