Tutte le donne della Negri
Le donne
Sono tante le donne della Negri che emergono dalle pagine di questo libro. Donne figlie del loro tempo, veraci, che imparano a essere forti, donne resilienti. Donne costrette in un limbo, in cui non vivono né muoiono; come Feliciana, che, dimenticata in un angolo, deve chiamare intensamente la morte per farla arrivare. Donne come Raimonda, sfregiata nel viso ma colpevole di avere un bel corpo, e quel tanto di esuberanza da farla sembrare indifferente alla sua disgrazia e invece tiene stretto a sé il suo dolore, quasi fosse un cancro. Donne che sono figlie non desiderate e non amate, nate e cresciute brutte ma capaci di servire il prossimo in maniera autentica. Donne che amano il loro lavoro e che non smettono di essere maestre una volta uscite da scuola, ma sono una presenza necessaria e materna per i loro bambini. Donne libere ma che non sanno cosa farsene della loro libertà. Donne che, trascurate dal marito, cedono alla tentazione e ritrovano nell’altro uomo un po’ di se stesse. Donne che si difendono da un’immotivata gelosia ma poi, stanche, decidono di rimettere insieme i cocci della loro storia, mosse da pietà e rassegnazione. Donne ossessionate dal culto del denaro o da un amore intenso e assoluto, che gli è necessario come nemmeno i figli sono mai stati.
La scrittura
Sono donne diverse tra loro, come diverse sono le loro storie e Ada Negri ce le racconta in Le solitarie (Fve Editori, 2020, pp. 241, euro 16), prezioso gioiello in prosa, scritto con tratto elegante dalla poetessa che sfiorò il Nobel nel 1926. Le parole, scelte con cura, contribuiscono a rendere la lettura un momento di puro coinvolgimento – a cominciare dalla copertina realizzata da Francesca Bianchessi – in cui le storie narrate, forti e drammatiche, vengono rese con una scrittura delicata di cui solo pochi sono capaci.
La vicinanza
Sono tante le donne della Negri, tutte solitarie perché accumunate da un marchio che le esclude e rende uniche allo stesso tempo. La Negri le ha vissute tutte e come lei stessa dichiarò: “Vi è contenuta tanta parte di me, e posso dire che non una di quelle figure di donna che vi sono scolpite o sfumate mi è indifferente. Vissi con tutte, soffersi, amai, piansi con tutte”.
Sara Pizzale