Trionfano i Måneskin a Sanremo con “Zitti e buoni”
Le lacrime di Damiano sono ciò che il pubblico vede dopo la vittoria dei Måneskin a Sanremo. Folle di gioia, la band si esibisce cantando per l’ultima volta sul palco dell’Ariston il successo che aveva unito il pubblico sui social da casa.
Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan hanno iniziato a esibirsi live da giovanissimi nelle strade di Roma e con la loro carica fuori dal comune hanno conquistato il pubblico, spazzando via stereotipi di genere, mescolando influenze e stili in un mix originalissimo e unico, arrivando a collezionare oltre 16 dischi di platino e 5 dischi d’oro.
“Zitti e buoni” è un brano graffiante, rock e “fuori di testa”. “Zitti e buoni” è un pezzo che parla principalmente di redenzione e voglia di spaccare il mondo con la musica, una sfida contro i pregiudizi, tema centrale nelle produzioni del gruppo.
Al Festival, durante la terza serata, hanno proposto come cover “Amandoti”, brano dei CCCP amatissimo dai Måneskin, insieme a Manuel Agnelli, cantautore, musicista, produttore discografico, autore, conosciuto soprattutto come fondatore e frontman degli Afterhours, la più importante rock band italiana degli ultimi decenni, da lui fondata nel 1985. L’esibizione da brivido ha conquistato tutti lasciando un segno sul palco sanremese.
Il 19 marzo 2021 uscirà il loro nuovo album “Teatro d’ira – Vol.I”.
Scritto interamente dai Måneskin, il nuovo album è stato registrato in presa diretta, rimandando alle atmosfere analogiche dei bootleg anni ’70, con l’idea e la voglia di ricreare la dimensione live vissuta dal gruppo nel loro primo lungo tour di 70 date fra Italia e Europa. Un disco tutto suonato, crudo, contemporaneo, capace di rappresentare lo stile e il sound della band.
Il teatro, metafora in contrasto con l’ira del titolo, diventa lo scenario in cui questa prende forma: non si tratta di una collera contro un bersaglio, ma di un’energia creativa che si ribella contro opprimenti stereotipi. Una catarsi che genera, grazie all’arte, una rinascita e un cambiamento in senso positivo.
“La nostra non è una rabbia nei confronti di qualcuno, ma un’ira che smuove, che crea le rivoluzioni – raccontano i Måneskin – un’ira catartica rivolta alle oppressioni e agli oppressori, che porta a sfogarsi e a ribellarsi verso tutto ciò che ti fa sentire sbagliato e che, come risultato, porta a una rinascita e a un cambiamento. Abbiamo voluto collocare questa forza molto potente in un contesto, quello del teatro, che nell’immaginario comune viene percepito come elegante e pacato. Ci piace questa antitesi: un contrasto che vive nel momento in cui il sipario si apre e, al posto di uno spettacolo o di un balletto, ci si ritrova catapultati in questa esplosione di energia. Il teatro è una metafora a rappresentare l’arte, il luogo dove questo impulso potente genera qualcosa di artistico e positivo”.
Debora Colangelo
Fotografia di Gabriele Giussani
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