“Torniamo ad emozionarci al Teatro Garibaldi di Modica” con il genio del violino Uto Ughi e il pianista Francesco Nicolosi
Il celebre violinista Uto Ughi, accompagnato al piano dal maestro Francesco Nicolosi, definito dalla critica tra i migliori pianisti viventi hanno incantato con la loro esibizione, ieri sera 16 febbraio, il pubblico della splendida cornice del Teatro Garibaldi di Modica, per uno degli appuntamenti più attesi della stagione concertistica: un Recital dedicato alla Sonata n.5 in fa maggiore, op.24 La Primavera di Luwig van Beethoven e la Sonata in la maggiore di Cesar Franck, eseguite in maniera superba e magistrale.
La magica amalgama dei due maestri ha creato una sintonia a tratti soprannaturale: la luminosità e il suono cristallino del pianoforte, unita all’intensità e al capriccio musicale del talento strabordante di Ughi, hanno coinvolto ed emozionato il pubblico fondendolo in un’unica anima. Un successo annunciato con due mostri sacri del panorama musicale italiano e internazionale che ha segnato la piena ripresa della musica dal vivo. Se è vero che la musica appartiene in gran parte al mondo del sogno e se gli antichi filosofi non si stancarono mai di usare metafore attinte alla musica che è la prefigurazione e l’essenza del cielo e della terra, tutto ciò si è perfezionato su una scena teatrale che ha fatto approdare la poesia musicale a vette più elevate, grazie alla Sovrintendenza del Teatro Garibaldi e alla Direzione artistica che conferma l’ulteriore sodalizio con il Teatro Bellini di Catania. Straordinarie le parole del maestro Uto Ughi che, con grande generosità, ha esaltato le meraviglie architettoniche della città di Modica, elevandola a musa ispiratrice di artisti, compositori e poeti. Il violinista ha ricordato l’importanza cosmica della musica e il ruolo del musicista anche nella vita sociale e non ha nascosto tutta la sua amarezza nei confronti della scuola italiana che non educa alla musica, come se fosse estranea alla cultura del Paese.
L’ultima parte dello spettacolo connotata dall’istrionico virtuosismo e dal portamento disinvolto del violinista, soprattutto nei passaggi più veloci e ardui sull’archetto, si è conclusa con l’esecuzione della Danza degli spiriti beati, raccogliendo la calorosa ovazione di un pubblico particolarmente appassionato e soddisfatto per la riuscita di un evento di così significativo valore.
Giusi Bonomo