Torna con Fandango Libri IL MARCHIO di Mariella Mehr
Esiste una rabbia che si spande come l’oscurità per tutto il corpo fino a riempirlo completamente? Una rabbia che penetra in tutti i pori e nelle fibre dei nervi e cancella ogni ricordo dei passati sentimenti umani? Alcuni di noi da bambini hanno subito un trauma che li ha segnati, marchiati…
IL MARCHIO (primo romanzo de LA TRILOGIA DELLA VIOLENZA, nella ripubblicazione di Fandango Libri, 2018) di Mariella Mehr spiazza con la sua protagonista Anna Kreuz, che rivive la sua vita di orrori attraverso numerosi jump in time, nello stesso modo in cui attraversa la porta della sua serra, custode di piante sterminatrici. Meticolosa la Mehr a descrivere nella tragicità delle sue azioni la protagonista affetta da schizofrenia e personalità multiple, e fantastica nella minuziosità delle sue descrizioni, tanto da rendere percepibile il suono del petalo della pianta carnivora mentre si chiude sulla sua vittima.
Il romanzo inizia e si conclude con il tema dominante della morte, da quella arrecata agli uccelli -frantumati come cristalli tra le mani di Anna – a quelle dei vari personaggi che hanno la sventura di incontrarla, come la madre stessa, per giungere alle vicende macabre che accadono nei diversi istituti che finiscono per ospitarla anche per brevi periodi. Tutto è morte e “come allora, la morte mi riempie di allegria”. Anna, figura silenziosa, cupa e misteriosa ma allo stesso tempo attenta, pianificatrice, diabolica e distruttrice; progetta le sue azioni riuscendo a farne ricadere la colpa su altri innocenti come il dottor Lodemann, odiato da lei per essere stato vicino a Franziska con l’intento di salvarla. Franziska è il suo capro espiatorio, l’oggetto del suo amore malato. Anna gode arrecandole sofferenze, sopportate dalla donna con rassegnazione. Franziska scampata al campo di concentramento ma finita in un inferno che la brucia spietatamente giorno per giorno. Ci chiediamo come può una mente sana riuscire a descrivere così con dovizia di particolari i meandri di una mente malata? E qui entra in gioco la vita di Mariella Mehr, scrittrice svizzera di etnia nomade, vittima del programma eugenetico che il governo svizzero attuò tra gli anni ’20 e gli anni ’70 che ci racconta in questo modo gli orrori a cui dovette assistere da bambina.
Il lettore attraversa con la protagonista i suoi sdoppiamenti di personalità, percependone addirittura l’odore acre del sudore sul corpo elettrizzato dalla tensione. E con la stessa tensione il lettore sa di non potersi più fermare. Deve assolutamente arrivare alla fine.
Marisa Padula