Tips dall’Ottocento
Ma come trovare allora il marito giusto, mi chiederete? Io vi consiglio di fare come insegna un detto orientale quando si vuole conoscere un uomo: “Spogliatelo- dice- delle sue ricchezze, quindi della sua posizione, poi della bellezza fisica, e se ancora in lui trovate tante qualità da poterlo amare e stimare, dite che quello è un uomo perfetto”. Ma la perfezione, si sa, non è di questo mondo.
Ironica e arguta come poche lei, di tendenza e lungimiranti i suoi tips. Sono racchiusi in questo piccolo libriccino i consigli che Virginia Tedeschi Treves – in arte Cordelia – dispensa con brio alle donne alle prese con la scelta del marito giusto. “I tips di Cordelia” di Virginia Tedeschi Treves (Fve Editori, 2020, pp.61, euro 13) nascono appunto con l’intento di aiutare giovani donne a scegliere la loro anima gemella e a vivere il matrimonio in maniera sicuramente poco convenzionale per l’epoca, ma in maniera consapevole e felice. Ciò che nasce come Dopo le nozze – un breve ma prezioso manuale per signore – viene rivisitato da Valentina Ferri e Emma Zenzon che, aggiungendo hashtag e anglicismi vari, rendono ancor più moderno e accattivante il testo, tanto da farci dimenticare che a scriverlo non è la più stravagante delle influencer, ma una scrittrice vissuta nell’Ottocento.
Scorrendo le pagine scopriamo che, oggi come allora, spesso il marito viene avvertito come “un povero infelice, destinato a trascinare per tutta la vita una pesante catena”, come qualcuno che può essere plasmato a piacimento della consorte di turno ma che, nonostante tutto, volentieri acconsente a farsi legare. E non va meglio per le mogli, identificate da sempre come qualcuno da cui sfuggire finché si è in tempo ma, se proprio si deve, la scelta dovrebbe rispettare gli stessi criteri usati nello scegliere un’automobile: la migliore e che corra!
Dunque, il matrimonio non sembra essere qualcosa di così eccitante, eppure c’è chi sceglie le nozze nonostante tutto e non si trova nemmeno troppo male. Tutto sta nello scegliere la persona giusta, ammesso che esista. E se proprio va male c’è sempre un’ancora di salvezza – il divorzio – che Cordelia descrive con saggezza, non come una regola ma come eccezione, una necessità. E poi ci sono i figli da educare, le abitudini sane da incoraggiare, la casa da riordinare e qualche passatempo da intraprendere, per esercitare una preziosa qualità indispensabile alle donne: la pazienza.
Tanti, insomma, i consigli in questo libro, almeno quanto gli spazi per le riflessioni. Ci chiediamo insieme all’autrice come mai cresciamo anelando alla libertà e poi passiamo la vita a creare catene. Catene imposte dalla società, spesso assurde, che ci vorrebbero tutte uguali. Catene a cui decidiamo di assoggettarci pur di essere accettate. Pur di non essere giudicate. Perché alla fine, è solo del pregiudizio che dovremmo liberarci.
Sara Pizzale