“Tick, tick… BOOM!”: il musical di Jonathan Larson per arriva in Italia al Teatro Franco Parenti di Milano
4 febbraio 1960, White Plains (NY), nasce Jonathan Larson, noto per aver composto il musical rock Rent, che ricevette il premio Pulitzer per la drammaturgia nel 1996. La carriera di Larson però inizia molto prima e non è stata fulminante, anzi. Prima del grande successo di Rent, Larson scrisse , nel 1991, un monologo rock autobiografico, che dapprima intitolò “30/90” e successivamente diventò “Boho Days”, che ottenne un discreto successo. Solamente diversi anni dopo, quando Larson era già morto da tempo, quest’opera venne ripresa e revisionata, fino a diventare un vero e proprio musical, con il nuovo titolo “tick, tick… BOOM!”. Recente è anche la trasposizione cinematografica diretta da Lin-Manuel Miranda, che veste anche i panni del protagonista.
La versione italiana del musical “tick, tick… BOOM!” di Jonathan Larson è arrivata a Milano al Teatro Franco Parenti dal 2 al 6 novembre, regalando forti emozioni. A lavorare al libretto e alle liriche in italiano è stato Andrea Ascari, mentre gli arrangiamenti vocali e le orchestrazioni sono opera di Stephen Oremus, con alcune aggiunte da parte di Simone Manfredini. La regia, a quattro mani, è stata affidata a Massimiliano Perticari e Marco Iacomelli: una scena aperta e senza quinte, in cui risalta appieno la dinamicità del testo e lo scorrere del tempo. Azzeccata anche la scelta di inserire in modo ben visibile i musicisti in scena in diversi punti strategici, per un’esecuzione dal vivo ancora più efficace e per una maggiore amalgama con gli attori.
New York, 1990. Mancano pochi giorni al trentesimo compleanno di John, un aspirante autore e compositore di musical. John ha messo tutto se stesso nel comporre il musical “Superbia” che verrà presentato durante un workshop, al quale prenderà parte un colosso del settore come Stephen Sondheim. Per John sarà un momento importante, che deciderà tutto il suo futuro. All’approssimarsi di questo evento, in concomitanza con il suo trentesimo compleanno, John sente sempre più frequentemente dentro di sé il ticchettio incessante del tempo che scorre (tick, tick… BOOM!), e che sembra ricordargli che la sua giovinezza sta per scadere e forse anche le sue ambizioni. Il tutto diventa ancora più difficile da accettare quando John osserva l’amico Michael, che ha sacrificato il sogno di diventare attore, per un lavoro da dipendente in un’azienda pubblicitaria, che gli consente guadagnare bene, tanto da potersi permettere l’acquisto di un appartamento, di capi firmati e di una macchina. E poi Susan, la sua fidanzata, che desidera sistemarsi e formare una famiglia lontano dal caos della metropoli. John è confuso e non sa cosa fare, ma deve prendere una decisione. Rischiare il tutto e per tutto per il suo sogno o rinunciare e scegliere una vita più stabile?
La storia di John arriva piena di energia, si sente forte il suo desiderio di emergere così come l’incombenza dei trent’anni, che sembra non lascino scampo a ulteriori ambizioni artistiche. Il suo punto di vista, su cui si basa l’intero spettacolo, si muove intorno alle relazioni con gli altri personaggi: Susan e l’idea di famiglia, il sacrificio Michael, il padre, che gli ripete sempre la solita frase fatta, la sua agente, che appare e scompare di continuo.
Le musiche di Larson si distinguono per il sound e le melodie che incantano, che spesso si intrecciano soavemente e che sono intrise di grande pathos. In particolar modo nella prima parte risulta di grande effetto la versione italiana di “Johnny can’t decide”, tradotta con “Jonnhy che ne sa”. Chi, tra il pubblico, non si è mai chiesto se stia seguendo la strada giusta nella propria vita?
L’autobiografia di Larson ha portato sul palco non solo il tema del tempo che passa, ma anche altre tematiche più delicate, che verranno poi riprese in modo più incisivo in Rent, una fra tutte, la sieropositività.
Gli artisti che hanno dato vita alla versione italiana di questa storia hanno mostrato un’ottima sinergia e affiatamento. Tra tutti spicca sicuramente Nicolò Bertonelli, che brilla nei panni del protagonista. Gli altri artisti in campo sono Matteo Volpotti (Michael), Federica Maria Stomati (Susan), Elena Sisti (Karessa, ensemble), Alessia Genua (Rosa, Judy, Mamma, Ensemble), Jacopo Spunton (Commesso, Ensemble), Matteo Giambiasi (Papà, Ensemble). Ad eseguire le musiche dal vivo invece sono stati: il direttore musicale Walter Calafiore al pianoforte, Stefano Bacino alla chitarra, Fulvio Bellino alla viola, Alex Canella alla batteria, Cecilia Drago al violino I, Lucia Libassi al violoncello, Giulio Molteni al basso.
Roberta Usardi
Fotografia di Giovanna Marino