THE YEAR OF CANCER al Piccolo Strehler di Milano
La scena è aperta e dall’alto penzolano bambole gonfiabili di uomini nudi; sul palco una bicicletta per bambini e un pianoforte a coda. Due i protagonisti dello spettacolo The Year of Cancer tratto dal romanzo di Hugo Claus, scritto nel 1972 e subito divenuto un bestseller. Un uomo e una donna che, senza conoscersi, sono attratti l’uno dall’altra e vivono la loro passione, la loro visione di amore, che prima li unisce e poi li separa, senza però abbandonarli mai. L’amore in scena assume forme diverse, un saltello, una danza, un’acrobazia, una corsa, un ciclico vestirsi e rivestirsi. Ma è davvero amore o è la ricerca dell’amore a far da padrona in tutte queste situazioni?
La donna ha un marito e una figlia, ma dichiara di non aver sentito più alcuna emozione da tantissimo tempo e di non provare nulla, fino all’incontro con quest’altro uomo, con cui sperimenta finalmente ancora qualcosa di vitale. Ma non sarà comunque abbastanza. Sentirà il bisogno di andare alla ricerca di emozioni sempre diverse, ma senza riuscirci, per poi tornare dall’uomo, dopo circa una settimana o due, perché tale è la durata di un’infatuazione se paragonata a quella dell’amore; per lei quando si trova l’amore della vita è giusto staccarsi e sperimentare altro prima di farvi ritorno una volta per tutte, ma non considera che l’amore non resta ad aspettare e può mutare e fuggire nel frattempo. L’amore è una ricerca di qualcosa di indefinito, non raggiunge la sua apoteosi nel matrimonio o in un figlio, è un’altra meta, è un’altra emozione, o forse è solo quell’attimo che soddisfa per poi tornare nell’incertezza e nella routine. L’uomo e la donna si rincorrono nel loro flusso di emozioni e incontri, rimanendo collegati da un legame invisibile fino alla fine, anche quando prendono definitivamente altre strade.
The Year of Cancer – nella sua prima rappresentazione italiana in lingua olandese e con sovra titoli al Piccolo Teatro Strehler di Milano – con la drammaturgia di Peter van Kraaij, portato in scena dall’ottima regia di Luk Perceval è ironico, divertente, giocoso, con due bravissimi attori, Maria Kraakman e Gijs Scholten van Aschat e accompagnato da musica dal vivo suonata al pianoforte da Jeroen van Veen, bellissima, potente ed efficace nel portare gli spettatori ad addentrarsi maggiormente nelle vicende sulla scena.
Roberta Usardi