“THE NIGHT WRITER – GIORNALE NOTTURNO” DI JAN FABRE IN PRIMA ASSOLUTA AL TEATRO DELL’ARTE DI MILANO
“Nelle mie vene scorre il colore dell’oro”
Dal 15 al 17 marzo il Teatro dell’Arte all’interno del Museo della Triennale di Milano ospita in prima assoluta “The Night Writer – Giornale Notturno” scritto e diretto dal grande artista belga Jan Fabre e interpretato da Lino Musella.
Non c’è sipario e, all’entrata in sala, il pubblico vede il palco coperto di sale con al centro una scrivania. Cala il buio. La musica di Stef Kamil Carlens inizia, intensa, e una lampadina sospesa dall’alto si accende piano piano a illuminare la scena fino all’entrata di Jan Fabre (Lino Musella), immortalata come una fotografia, immobile per un momento, prima di riprendere vita e sedersi.
Lo spettacolo è un reading (ma anche un living) dei diari e di alcune delle più importanti opere di Jan Fabre in ordine sparso, per la maggior parte composti tra la fine degli anni ’70 e la fine degli anni ’90. Il “giornale notturno” rappresenta una comunicazione in cui tutto è possibile, senza barriere. Il pubblico viene catapultato da brani tratti da “Io sono sangue”, “Drugs kept me alive”, “La storia delle lacrime” e altri ancora; uno dei momenti più toccanti viene raggiunto durante il brano tratto da “Io sono un errore”, un climax che parte da un ritmo regolare fino all’esplosione.
“Io sono un errore perché voglio essere un errore.”
Lino Musella in scena è straordinario, diretto, potente, coinvolgente con voce e corpo e il pubblico lo accoglie in pieno e interagisce senza sforzo quando viene chiamato a cantare in risposta al protagonista. Ma la voce non è solo melodia, si trasforma anche in graffio, diventa boato per poi tornare profonda nella quiete.
“Qualche volta i rimedi della vita sono semplici, ma efficaci.”
Uno spettacolo di grande impatto, che spazia dalla leggerezza alla profondità senza timore, che colpisce e affonda il bersaglio. 80 minuti che sembrano dilatarsi perché il pubblico si trova catapultato in un’altra dimensione. Sul fondale immagini, filmati e frasi compaiono in svariati momenti, per imprimere in modo ancora più incisivo i pensieri dell’artista belga, che spaziano dall’arte, all’uomo, al teatro, a se stesso.
Al termine gli applausi scrosciano, non vogliono smettere, Jan Fabre e Lino Musella hanno fatto un grande regalo. Da vedere.
Roberta Usardi