“Terra d’ombra bruciata” di Valentina Nuccio
Valentina Nuccio nel suo libro “Terra d’ombra bruciata” (Le Mezzelane Casa Editrice, 2019, pp. 112, euro 13) – arricchito dalla prefazione di Erri De Luca) porta alla luce una tematica molto importante, il diritto alla salute dei cittadini di Taranto, spesse volte ignorata per motivi politici, e non solo.
La storia ruota intorno alla vita di Piera, una donna come tante con una vita normale in una cittadina del Nord e una bella famiglia. La sua vita viene mutata quando il marito, insegnante, ottiene il tanto desiderato trasferimento nella sua città natale, Taranto. Con il figlio Giacomo e il gatto Mou percorrono tutta l’Italia e quando si ritrovano davanti alle ciminiere dell’ex Ilva, lei si sente smarrita e spaventata.
Ben presto scoprirà la dura realtà dei tarantini, dove ogni giorno qualcuno si ammala e muore per le ceneri “rosa” che sono ovunque al quartiere Tamburi. Quel colore rosa, che lei associa all’infanzia e ai ricordi di bambina, delicato, puerile e dolce a Taranto non esiste. “Rosa è un termine sbagliato per definire quel colore. È color ferro, ruggine. Terra d’ombra bruciata”. Pagina dopo pagina, il lettore scopre una realtà dura e drammatica, ma scopre anche la grande forza della disperazione, che solo il dolore può risvegliare e che porterà Piera insieme ai cittadini di Taranto a far qualcosa per la propria città. È solo agendo e non voltando la testa dall’altra parte che forse qualcosa potrà cambiare. Un padre non dovrebbe mai dire: “A Taranto o muori di fame o muori di tumore. Io sto uccidendo mia figlia”.
“Terra d’ombra bruciata” è un libro che oltre al dramma umano richiama l’attenzione del lettore anche su tematiche sempre attuali, quali gli incidenti sul lavoro e i casi di mobbing che hanno coinvolto l’ex Ilva, e non solo.
Rosalba Romaniello