“Teresa sulla Luna. Vita, musica e peccati di mia nonna millantatrice” di Errico Buonanno
Errico Buonanno ha affidato ai lettori un ritratto di sua nonna che non coincide con l’immaginario gioviale a cui siamo, forse, troppo abituati nella nostra contemporaneità. Nonna Teresa Piserchia è, in fondo, diversa dalle altre nonne. Unica nel suo genere, diventa, nella scrittura di Buonanno, un’ottima incarnazione del Novecento, “nata a Matera e cresciuta a Roma”.
L’autore racconta minuziosamente l’ascendente negativo che la nonna ha avuto su di lui, questa sorta di nonna bizzarra che ha tentato di convincere i suoi familiari di esser stata una figura di spicco del cinema degli anni Trenta. Ammiratori? Nientepopodimeno che Amedeo Nazzari e Cole Porter! Verità o menzogne ben congegnate? Nonna Teresa Piserchia è un vero talento nel raccontare al nipote idee fantasmagoriche e assurde manie di grandezza. Inevitabile per Errico Buonanno scrivere un romanzo su di lei, sulla sua fervida immaginazione, sugli eccessi di una donna che, anche dopo la sua morte, ha segnato la vita dello scrittore. Nonna Teresa Piserchia diventa aneddoto spassoso, fascinoso, vulcanico.
“Teresa sulla Luna. Vita, musica e peccati di mia nonna millantatrice” di Errico Buonanno (Solferino, 2020, pp. 253, euro 18) è una storia da leggere e rileggere. Nonna Teresa Piserchia è una donna caparbia, estremamente affascinante e abile cultrice della negazione dell’evidenza.
Debora Colangelo