Strategie fatali in atto all’Elfo Puccini
«Illudere, sempre illudere. Sventare le strategie banali con le strategie fatali.» Baudrillard
La scena si presenta misteriosa, con dei cellophane che ricoprono degli oggetti, tutti facenti parte di un piccolo teatro, come si verrà a scoprire. Tre quadri diversi si alternano e si intrecciano per costruire la storia di STRATEGIE FATALI, una storia che parla di teatro, di attori, di prove, di quello che può succedere al di là di uno spettacolo. I sette attori in scena interpretano in totale 16 personaggi, che animano i diversi quadri, un cast straordinario, guidato dagli autori/registi/attori Lino Musella e Paolo Mazzarelli oltre a Marco Foschi, Annibale Pavone, Laura Graziosi, Astrid Casali e Giulia Salvarani.
Gli spettatori assistono dapprima a un caso poliziesco, la scomparsa di un ragazzo che trascorreva tutto il suo tempo libero a teatro aiutando una compagnia durante le prove e l’allestimento di “Otello” di Shakespeare e da lì parte poi, col secondo quadro, il flashback su quello che è successo. Esilarante e spassoso, lo spettacolo continua con l’organizzazione e le prove di “Otello”, che vede un noto attore bello e famoso, Alberto (Paolo Mazzarelli) a fare da protagonista insieme a un vecchio compagno di scuola, Federico (Marco Foschi). Intorno a loro gli altri personaggi, la compagna di Alberto, Sara (Astrid Casali) che viene proposta da quest’ultimo per il ruolo di Desdemona, il regista Camillo (Lino Musella), svanito e perso nel suo mondo, gli attori che interpretano Cassio ed Emilia (Annibale Pavone e Laura Graziosi) nonché il ragazzino 15 enne Giacomino (Giulia Salvarani) che ascolta, osserva, esegue, si nasconde… Nella storia non mancano attriti, malintesi, punzecchiature, colpi di scena, che il pubblico guarda con gusto e divertimento, chiedendosi probabilmente quanto la realtà dietro a uno spettacolo sia simile a quella a cui si assiste. Il terzo quadro, quello più contemporaneo e forte, vede ben altri personaggi e altri temi, troviamo infatti due manager (architetto e ingegnere), un prete, due arabi omosessuali e una zingara, anch’essi in un teatro e pronti ad assistere all’ultima performance. I fili che si snodano da un quadro all’altro trovano il loro senso e il loro collegamento a poco a poco, fino al finale “bomba” che chiude il cerchio.
Testo intelligente, veloce, esilarante per un’ottima regia, con le belle musiche originali di Luca Canciello per due ore di piacere e divertimento e grande amore per il teatro. Non mancano spunti di riflessione sulla realtà contemporanea oltre allo sguardo sul teatro da un punto di vista interno.
In scena al teatro Elfo Puccini di Milano fino a domenica 13 maggio, da non perdere.
Roberta Usardi