“Storia di una amicizia” al Teatro Laura Betti di Casalecchio
La compagnia Fanny & Alexander porta in scena al Teatro Laura Betti il 25 gennaio “Storia di un’amicizia”, una pièce ispirata ai libri di Elena Ferrante. Chiara Lagani e Fiorenza Menni sono le due protagoniste indiscusse di questo spettacolo diviso in due parti, diretto da Luigi De Angelis. La loro performance è a dir poco eccellente e incredibilmente camaleontica.
Le attrici raccontano la storia di due donne (Elena detta Lenù e Raffaella detta Lila) dalla prospettiva delle loro bambole perdute, che rappresentano simbolicamente le due anime gemelle delle ragazze. Il loro legame va al di là di ogni cosa, è antico e viene da lontano, ma la caratteristica più inquietante è che sembra indistruttibile e divorante. La prima scena si apre su immagini di onde del mare e suoni di gabbiani, sembra quasi una ninna nanna che vuole rievocare una specie di trance tra gli spettatori, per prepararli allo spettacolo travolgente che stanno per vedere. Le rappresentanti danno vita a un libro parlante, una lettura in movimento, i loro corpi rievocano quelli di marionette, c’è qualcosa di meccanico e ripetitivo in questo movimento continuo che ricorda le ossessioni e la follia, in una atmosfera surreale tra sogno e realtà. La loro narrazione è quasi una cantilena, ma i movimenti che la accompagnano aiutano a mantenere l’attenzione, alcuni spettatori muovono la testa a ritmo senza accorgersene.
Lo spettacolo riesce nel difficile intento di riportare sul palco lo stesso effetto che i libri della Ferrante hanno avuto a livello mondiale: ipnotizza, strega, aggancia. Questa ossessione che Elena ha per Lila e la sua forza risuonano profondamente con il grande pubblico, forse perché va a toccare delle corde antiche di attaccamento, perdita, autodistruzione e trauma. Le parole incessanti e il movimento instancabile ricordano un film mentale in loop dal quale non riusciamo a uscire, se non con la continua distrazione che il mondo moderno ci offre, per farci dimenticare quanto dolorosa sia la separazione.
Antonella Pizzolla