“Storia delle donne nell’Italia contemporanea” di Silvia Selvatici
La “Storia delle donne nell’Italia contemporanea” di Silvia Selvatici (Carocci Editore, pp. 368, euro 27) è un libro che raccoglie saggi all’interno della storiografia italiana e anche mondiale, con la donna al centro dei grandi cambiamenti e delle grandi questioni contemporanee. L’autrice, ordinaria di Storia contemporanea presso l’Università di Firenze, ci regala questo prezioso saggio con temi particolarmente interessanti e adatti anche a un pubblico non avvezzo a questi argomenti. Diviso in undici capitoli, si spazia dal patriottismo e nazionalismo italiano, al suffragio, al femminismo, alle donne nelle due guerre mondiali, alla violenza maschile, alla migrazione, alla religione fino al lavoro. Al termine di ogni capitolo, per chi è curioso e desideroso di conoscere di più, è anche possibile consultare la bibliografia consultata dalla scrittrice.
Se, ad esempio, consideriamo il femminismo come movimento sociale alla fine della seconda guerra mondiale, le donne ottennero il diritto di voto in quasi tutti i paesi europei, mettendo anche in relazione la lotta femminista con quella della classe operaia e apportando persino contributi sulla sessualità femminile. Il femminismo italiano degli anni Settanta, ha portato nella nostra società importanti riforme, come: l’introduzione del divorzio, la riforma del diritto di famiglia, la legge di parità. Il femminismo, infatti, è riuscito a inserire la questione dell’emancipazione delle donne nell’agenda pubblica dalla metà degli anni Settanta, ricordiamo la grande forza e il grande impatto di Nilde Iotti nelle istituzioni pubbliche. Un’importante istituzionalizzazione del movimento avviene con il proliferare delle ONG, la partecipazione di femministe all’interno dei governi e organizzazioni internazionali, e la creazione di sfere specifiche all’interno dello Stato. Anche nelle università, il femminismo ha accresciuto la ricerca e la costruzione di tesi, approfondendo e rendendo più complesse le sue riflessioni con maggiore rigore accademico.
Altri temi che vengono trattati, riguardano, inoltre, l’educazione e la religione. Nell’Ottocento, così ricco in Italia di effervescenza culturale, politica, militare, sociale e religiosa, il problema dell’educazione delle donne assumeva sempre più consistenza. In questo secolo troviamo sia la “scoperta” della madre che l’esaltazione del ruolo materno della donna. E la legislazione scolastica, dalla metà dell’Ottocento, inizia a prevedere l’obbligo scolastico per tutti. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, la Chiesa cattolica in Italia ha dovuto affrontare non solo un mondo che si stava secolarizzando e continuava il suo cammino di modernizzazione, indifferente alle condanne religiose e agli anatemi, ma anche alla perdita del proprio potere territoriale. In questa difficile situazione, il ruolo della donna ha acquisito una grande importanza, una rilevanza senza precedenti per una Chiesa molto poco disposta ad accettare un cambio di visione.
Il testo è molto corposo e tocca davvero tanti ambiti, proprio per questo risulta essere una lettura attenta e molto istruttiva, una conoscenza a tutto spiano su ciò che la donna è stata capace di affrontare negli anni, dalla prevaricazione maschile, alla guerra fino al lavoro. Ma per raggiungere dei livelli davvero “ottimali”, la strada da fare è ancora lunga.
Assunta Cecere