“Stomachion” è il singolo d’esordio di Cranìa – L’intervista
Lo scorso 30 ottobre è uscito per Mirò BR Productions “Stomachion” il singolo di debutto della cantautrice lombarda Cranìa, all’anagrafe Francesca Cominassi. Il titolo “Stomachion” prende il nome da un gioco matematico di Archimede. Abbiamo fatto qualche domanda all’artista per conoscerla meglio.
Ciao e benvenuta! “Stomachion” è il tuo singolo di debutto, quando l’hai composto?
Ciao Modulazioni Temporali! “Stomachion” ha preso vita nel lockdown, da una strofa precedentemente scritta, sia testualmente che melodicamente, e lasciata decantare.
Un verso del brano dice “quello che sono non sempre mi piace, aiutami a trovare pace”, a chi ti rivolgi?
L’interlocutore del brano sono io stessa, in quanto quello che voglio raccontare è un viaggio interiore.
Il tuo nome d’arte Cranìa da dove viene?
Soffro di emicrania dalla tenera età. Essendo una costante nella mia vita, insieme alla musica, ho pensato di adottarlo come appellativo, ironizzandoci sopra.
L’artwork del singolo, opera di Giulia Benincasa, è lo stomachion che forma te stessa?
Proprio così! Attraverso l’immagine fisica del volto nella copertina e più genericamente del corpo nel testo, “Stomachion” rappresenta una ricerca di tutti i tasselli che compongono l’identità, in questo caso la mia, ovvero il mio puzzle.
Girerai un videoclip della canzone?
Il videoclip è già pronto. Prestate attenzione alle mie pagine, che presto annuncerò la data!
Quali sono i tuoi prossimi passi?
Continuare a lavorare assiduamente al mio progetto, che non vedo l’ora di portare ovunque, in compagnia di “Stomachion”. C’è anche in previsione l’uscita di altri singoli: tanta carne al fuoco!
Quali sono i tuoi artisti di riferimento e come hai trovato il tuo stile, che unisce sonorità cupe ambient e musica elettronica?
Tenco, Lou Reed, Ry X e Bon Iver sono alcuni nomi che esemplificano ciò che mi piace. Analizzando loro, ma soprattutto ascoltandomi e mettendomi in discussione, sono arrivata a chi sono e voglio essere: ho unito l’importanza del testo italiano a sonorità internazionali.
Roberta Usardi
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