“State of Florida vs Chico Forti. Studio e analisi degli atti processuali” di Roberta Bruzzone
“L’unico motivo per cui ho accettato l’estradizione solo oggi è che, agli inizi, mi sarei dovuto dichiarare colpevole e non l’avrei mai fatto. Io mi dichiaro innocente.” – Chico Forti –
Roberta Bruzzone – psicologa forense, criminologa investigativa ed esperta in criminalistica applicata all’analisi della scena del crimine, nonché docente di Criminologia, Psicologia Investigativa e Scienze Forensi presso l’Università LUM Jean Monnet di Bari – con il libro “State of Florida vs Chico Forti. Studio e analisi degli atti processuali” (Mursia, 2024, pp. 400, euro 18) ci rende partecipi della consulenza tecnica, che ha depositato nel 2012 al governo italiano, in cui ha affrontato tutti i punti centrali della vicenda di Enrico Forti, detto Chico, condannato all’ergastolo senza alcuna possibilità di condizionale – Life without Parole – nel 2000 per l’omicidio di Dale Pike a Miami. Dopo 24 anni, Chico Forti è riuscito a tornare in Italia, il 18 maggio 2024, all’età di sessantacinque anni, continuando a dichiararsi innocente e continuando a scontare la sua pena nel carcere di Verona.
Il testo è stato redatto dopo che la criminologa ha avuto modo di accedere a tutti i documenti dell’inchiesta “lacunosa, incompleta e controversa” del processo e dopo avere analizzato il fascicolo in maniera approfondita e chirurgica, trovandosi di fronte e indagini condotte in modo superficiale e con prove fragili: “l’arma del delitto, una calibro 22, non è stata mai trovata, e la scheda telefonica, trovata accanto al cadavere, potrebbe essere stata messa ad hoc in quella posizione da qualcuno che sapeva dell’appuntamento in aeroporto tra Dale Pike e Chico Forti”.
Roberta Bruzzone mette a disposizione del lettore l’analisi e le verifiche di un caso le cui prove flebili e confuse sembrano quasi manipolate per raggiungere una condanna già decisa in partenza. L’accusa per Forti è “di frode e circonvenzione di incapace in relazione all’acquisto dell’hotel Pike’s e di concorso in omicidio per la morte di Dale Pike”. La prima accusa viene immediatamente meno e di conseguenza cade il movente per l’omicidio, ma stranamente l’accusa per l’omicidio rimane agli atti, e il 15 giugno del 2000 Chico Forti sarà irrimediabilmente condannato all’ergastolo. Ora, aderendo alla convenzione di Strasburgo, spiega la criminologa, è stato trasferito in un carcere italiano, dove l’unica possibilità per tornare libero è la grazia dal Presidente della Repubblica.
Presenta il volume Marco Perduca, ricordandoci che nel 2008 è nata l’associazione Prigionieri del silenzio, che si occupa e preoccupa di far conoscere alle istituzioni e all’opinione pubblica italiana e internazionale i casi più eclatanti dei nostri connazionali in carcere nei Paesi esteri.
Marianna Zito