“SPELIX. STORIA DI GATTI, DI STRANIERI, E DI UN DELITTO” DI ANNAMARIA RIVERA
“Se la libertà è non comandare e non obbedire ad alcuno, sentenziò il signor Errico, i gatti ne sono l’incarnazione perfetta. Essi inoltre coltivano quella voluttà tutta immaginaria, quasi filosofica, che consiste nel fare ciò che è proibito. Se a tutto questo aggiunge la loro inclinazione all’ozio e alla vita contemplativa, comprenderà, cara signora, perché fra tutti gli animali siano i miei prediletti.”
Che mistero la psicologia felina, e che miracolo le azioni che, in un solo giorno, riesce a compiere un gatto. Ci sarebbe, davvero tanto da imparare! La scrittrice Annamaria Rivera, racconta nel suo “SPELIX. STORIA DI GATTI, DI STRANIERI, E DI UN DELITTO” (Edizioni Dedalo 2010, pp. 208, euro 16), con un linguaggio semplice e perfettamente comprensibile da parte di tutte le tipologie di lettore, la storia di un delitto e di un gatto, Spelix, il protagonista, che diventa la chiave che spalanca la porta della risoluzione del mistero.
Il gatto si ferma e ti guarda e in quel momento intravedi, se sei un attento osservatore, i pensieri che gli affollano la mente: ti osserva cercando di capire i tuoi stati d’animo, se sei triste o solo, se hai qualche grattacapo, poi si avvicina, ti accarezza, miagola e fa le fusa. E tu, a quel punto, hai dimenticato tutto e ti senti solo in dovere di prenderlo in braccio. Io comprendo bene il messaggio dell’autrice, poiché “possiedo”, no … non è corretto … da capo, dò ospitalità, quando loro si degnano di concedermi la loro compagnia, a dieci gatti, che a loro volta, soprattutto nell’ultimo periodo, ne hanno accolti altri tre, spuntati non si sa da dove. Fortunatamente vivo in campagna e tutte le mattine, esco a portar loro da mangiare, e li trovo ad attendermi pazienti, tutti davanti alla porta. Anche qui, come da tutti quelli che li amano, ci sono Spelix, Mezzacoda, la Rossa…
Annamaria Rivera affronta – con delicatezza e attraverso una “storia di gatti” – il tema del razzismo in Italia: bisogna andare in un luogo dove lingua, la religione, la cultura e le usanze sono diverse dalle proprie per poter finalmente capire il peso del sentirsi un pesce fuor d’acqua. Sarebbe, forse, l’unico modo per abbattere pregiudizi e malsane attitudini verso gente che è solamente più sfortunata. Ma, tornando al nostro omicidio, vediamo che si risolverà in una grande bolla di sapone, come accade tutte le volte che si va a ledere gli intoccabilidi turno: questo rappresenta chiaramente un’istantanea dell’Italia, con i vizi e i difetti della specie che… è decisamente inferiore a quella felina!
Marisa Padula