“Sound my way”: la musica secondo Antonio McFly Morelli – La recensione
Un paio di mesi fa abbiamo avuto il piacere di fare qualche domanda al musicista e compositore Antonio McFly Morelli in occasione dell’uscita del singolo “Irish soul” (qui l’intervista), che anticipava l’album d’esordio “Sound my way” pubblicato il 23 novembre per Blackout Dischi.
“Sound my way” già dal titolo la dice lunga sugli otto brani che lo compongono: ritmi contagiosi, stili diversi, un po’ di elettronica, incursioni di sassofono, oltre al pianoforte e alla chitarra, protagonisti insieme agli ammalianti giri di basso, che incitano a muoversi a tempo. Si tratta di otto storie sonore, che ora andiamo a descrivere, ma che invitiamo più che altro ad ascoltare.
“The sunrise” evoca esattamente le immagini del titolo, con un sound che si abbina benissimo a un viaggio on the road, che vede dialogare pianoforte e sassofono con qualche intervento di chitarra elettrica. Il tutto contornato da un ritmo al quale è difficile resistere.
“Dream clouds” introduce in atmosfere più intime, sempre dal ritmo incalzante e ricco di percussioni, più orientato verso il jazz e con un giro di basso intrigante. Anche in questo caso troviamo il pianoforte, ma chi ruggisce è la chitarra.
“Let me swap” introduce l’elettronica delle tastiere al riff ammaliante del basso, vero protagonista, e dal ritmo della batteria; le atmosfere sono cupe e a tratti volutamente dissonanti, i riff in alcuni momenti ipnotici.
“Night jam” trasporta, come dice il titolo, in un’atmosfera notturna e pacata, sognante, pur con un ritmo in primo piano. Il sax immerge in un ambiente soffuso e dai colori tenui.
“Strum and bass” coinvolge subito nel riff iniziale che si ripete, con un bel funky di base e un pianoforte che si prende un gustoso spazio con la sua impronta blues.
“Conga jazz” racchiude nel titolo l’ambiente sonoro, con una ritmo arricchito dalle percussioni, il groove del basso e della tastiera e la chitarra che entra con la sua raffinata melodia jazz in diversi assoli.
In “Empathy” si torna all’elettronica, fluido nel ritmo e nelle entrate della chitarra; non mancano momenti di sospensione prima di riprendere ritmo. Il concetto di empatia si percepisce dalla fusione dei suoni, che funziona e avvolge pienamente.
“Irish soul” immerge nelle atmosfere irlandesi nei suoni più acuti, che catturano subito l’ascolto creando un bel binomio con la chitarra elettrica che disegna la melodia.
Un bel disco che mette in luce le potenzialità dell’artista. Attendiamo il seguito!
Roberta Usardi