“Sopravvissuti”: il viaggio di dolore e rinascita di Vincenza Alfano
Vincenza Alfano con “Sopravvissuti” (Alessandro Polidoro Editore, 2020, pp. 91, euro 8) racconta un dolore e le sue conseguenze. Racconta cosa accade quando qualcosa irrimediabilmente si spezza, all’interno di vite che procedevano normalmente, in quella quotidianità serena che prima di uscire, una domenica al Vomero, permette ancora a Mara di colorarsi le labbra di rosso in un giorno qualunque, come il 20 marzo 2016.
“Sorrise mentre stava per succedere. Successe, mentre stava per colorare di rosso le sue labbra carnose”.
Un incidente, un padre e una madre. Comincia così. Sono loro i sopravvissuti a una perdita, a una figlia. E le pagine si susseguono intense e veloci, per capire prima e per placare poi quel fiato sospeso che il lettore trattiene fino alla fine, sperando che qualcosa possa cambiare. E qualcosa cambia, perché il pugno che ci colpisce subito nello stomaco si trasforma, infine, in carezza. Si scioglie. La sopravvivenza prevarica sull’angoscia, cambiando tutti gli ordini prestabiliti.
“Il mondo cadeva, tutto crollava così, all’improvviso e senza una ragione”.
Vincenza Alfano costruisce la sua storia partendo da una vicenda realmente accaduta, un dramma che esplode, colpisce all’improvviso, liberando senza ritorno altre storie che escono da un vaso di Pandora che non potrà più contenerle e quindi, inevitabilmente, dovranno volgere verso una risoluzione definitiva, verso una cura empatica e salvifica.
Marianna Zito