SOLOCOREOGRAFICO: la danza in streaming al Café Müller
Venerdì 5 e sabato 6 marzo c’è stato SOLOCOREOGRAFICO 2021, festival per la composizione coreografica d’assolo, diretta e realizzata dal coreografo torinese Raffaele Irace in collaborazione e col supporto dal 2021 di Teatro Café Müller. Logicamente, si è svolto tutto online, su Nice Platform, dove ora possiamo trovare i video in streaming. La prima serata è gratuita, l’altra richiede il solito (minimo) compenso. La prima tornata può essere definita come una forma di video-danza, personale, senza regia e occhio esterno, in una dimensione del tutto privata il cui intento è quello di restituire l’urgenza espressiva frustrata degli artisti privati del loro spazio di azione: la scena. Ballerini da ogni dove propongono svariati lavori sviluppati in completa solitudine che esplicitano l’aderenza, in una forma inusitata capace di proporre estetiche imprevedibili in associazione con lo strumento video. Sabato invece ha avuto luogo lo spettacolo vero e proprio, in diretta dal Café Müller, e sono state presentate sette diverse coreografie, tra di loro eterogenee ma comunque in qualche modo armoniche. In ordine: Corpo Estraneo, di Marta Castelletta, con Gjergij Meshaj; Ravel, di Virginia Spallarossa, con Vittoria Franchina; Hold on it’s a beautiful day, di e con Emanuele Piras, An old cliché, di Angelo Egarese, con Francesca Piergiacomo; Ksama, di e con Daniele Salvitto; Freedom, di Raphael Bianco, con Cristian Magurano; ed infine (fuori concorso) Solo Due, di Caterina Mochi Sismondi, con Alexandre Duarte.
La rassegna è, in generale, molto gradevole. Ogni lavoro si proponeva, a suo modo, come un’occasione di movimenti suggestivi o quantomeno stimolanti. Si va dalla situazione volutamente sgraziata di Castelletta, dove l’umanità è soffocata dall’antropocene stesso, alla tragicomica narrazione di Piras, che indaga il fenomeno dell’attesa con un geniale servizio clienti danzato. Tra tutti, forse, l’intervento più coinvolgente è stato quello di Salvitto: un’elegante, sinuosa preghiera di figure curatissime.
Davide Maria Azzarello
In copertina: Gjerji Meshaj – coreografa Marta Castelletta (c) Maciej Rusinek