“Sognando Venera” – Il viaggio di Claude Lalumière
“Passò almeno un’ora, se il tempo significava qualcosa in questo labirinto di sogni”
Con “Sognando Venera” (Watson Edizioni, 2019, pp. 270, euro 18) l’autore canadese Claude Lalumière trasporta i lettori in un luogo immaginario: l’isola di Venera, un’ode al Mediterraneo, tanto amato dallo scrittore. Un libro per lettori sopraffini; un mosaico raccontato in quindici episodi suddivisi in tre parti, in cui Venera talvolta fa da sfondo a storie surreali, ma ben pensate dallo scrittore, che mette al centro di tutto la sensualità del corpo, completamente messo a nudo, senza vergogna e senza orrore, anche quando accadono cose orribili ai personaggi, sempre curiosi di ciò che non capiscono o non possono capire. Il libro è circondato dalla presenza di elementi divini, demoniaci e soprannaturali. Il tutto, comunque, riporta alla fisicità, la carnalità degli individui e quindi la sessualità come forma di adorazione del mondo sensuale. Sentirsi in sintonia con la realtà dell’altro è ciò che ci fa essere veramente vivi.
“Ha il sapore degli umori di Isabelle sulle labbra”
Al centro dei racconti, narrati dalla mitica Sherazad, c’è l’estasi data dal vermiglio, una pianta da cui viene fabbricata la polvere che altera la mente e che ci porta in un altro luogo e un altro tempo, dove non conta più nulla. I personaggi si trovano così scaraventati in un labirinto senza tempo, dove è importante soltanto il qui e ora e le sensazioni date dal corpo.
“Si ritrova in un labirinto di vie acciottolate claustrofobiche che procedono a zig zag attraverso la geometria confusa dell’architettura di Venera”
Quest’opera è arrivata in Italia grazie alla traduzione di Stefano Paparozzi; la suggestiva illustrazione di copertina è di Elena Masci.
Sara Abbatiello