“SINCERAMENTE BUGIARDI” CHIUDE LA STAGIONE DEL TEATRO LITTA DI MILANO
Così non è, anche se vi pare…
“Sinceramente bugiardi”, il testo dell’inglese Alan Ayckbourn in scena in questi giorni e fino al 6 luglio al Teatro Litta di Milano, è la dimostrazione di come sia possibile realizzare una classica commedia di genere (la tipica commedia degli equivoci) utilizzando e miscelando pochi e semplici buoni ingredienti: un intreccio ben fatto, la regia di Pietro De Pascalis semplice e con pochi fronzoli, un casting intelligente con attori dotati del “physique du role” corretto e della capacità di interpretare con la giusta intenzione la parte di personaggi sopra le righe e in costante modalità “recitativa”, così come il contesto sociale richiede.
Tutto ruota infatti intorno alle bugie dei quattro personaggi in scena (due coppie appartenenti per età a generazioni diverse) e agli equivoci multipli che, tra tradimenti perpetrati o solo immaginati, intrecciano tra loro le vite dei protagonisti e intrigano gli spettatori fino alla fine. A confrontarsi, in una storia tanto intricata quanto semplice in realtà da seguire, sono una giovane coppia “fresca fresca” di fidanzamento (l’inquieta Ginny, interpretata da Guenda Goria, e il candido Greg, un bravissimo e credibilissimo Francesco Errico) e una coppia piuttosto matura e intrappolata in una routine piena di formalità ormai stantie (Sheila, una sorprendente e molto più che convincente Maria Teresa Ruta, e il brontolone fedifrago Philip, ben interpretato da Gaetano Callegaro). I colpi di scena, che è meglio non rivelare, saranno molti, e riusciranno a sovvertire il nostro primo giudizio sui quattro personaggi.
Chi vuole potrà cogliere e apprezzare anche la critica sociale rivolta all’annoiata classe borghese britannica, o quella contro l’istituzione del matrimonio in una società tradizionalmente, e a volte patologicamente, attenta alla “forma” come quella inglese; ma non sono forse queste le aspettative giuste con cui avvicinarsi a questo spettacolo: “Sinceramente Bugiardi”, visto con la giusta leggerezza, garantisce ai suoi spettatori due ore di onesto (nel senso puro e buono del termine) divertimento, a cui si aggiunge un leggero retrogusto dolce-amaro che a molti non dispiacerà.
A.B.