Silvio Orlando e Lucia Calamaro: dalla Feltrinelli al Teatro Argentina
Lucia Calamaro e Silvio Orlando presentano – alla Feltrinelli di Largo Argentina – “Si nota all’imbrunire – (Solitudine di un
paese spopolato)” (Marsilio 2019,
pp. 144, euro 10) un testo scritto da Lucia
Calamaro che sarà in scena al Teatro Argentina di Roma fino al
19 maggio, un progetto indipendente Cardellino srl,
in coproduzione con Teatro Stabile dell’Umbria e in collaborazione con
Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia.
L’incontro tra queste due personalità – avvenuto grazie a Daniele Luchetti, moderatore anche qui dell’incontro – fa scoccare una scintilla che condurrà i due artisti in un percorso man mano sempre più limpido. “Lucia è un turbine scrivente, un produttore di parole che esplodono”. La Calamaro analizza le parole in ogni loro declinazione o azione, utilizzando un mix tra regia e scrittura: il testo e lo spettacolo a volte divergono perché vengono aggiunte o sottratte continuamente strutture: l’intervento delle parole sulla scena completa e trasforma sempre lo spettacolo e porta alla completezza del percorso intrapreso inizialmente, di ricerca e di sperimentazione.
“Mi faccio una domanda, non so dare una risposta e ci faccio uno spettacolo” sorride Lucia Calamaro mentre attende quel tocco in più, quella luce che solo chi poi interpreterà il testo sulla scena riuscirà a dare alle sue parole. Una scrittura “ironica, autorironica e semplice” la definisce Silvio Orlando che, affascinato da questa ricerca della Calamaro all’interno delle zone d’ombra, le si avvicina per creare un connubio che darà vita a questo spettacolo.
“Si nota all’imbrunire” è composto da due atti ed è un malinteso in cui si sviluppano ulteriori malintesi. “La vita è complicata, poi si muore. Attraversiamola più di petto, non facciamo finta” continua la Calamaro, che mira sempre a creare quel pathos oramai perso, quel sentimento a cui è più facile rinunciare anziché provare ad afferrare e rischiare, addentrandosi nelle zone oscure, leggendo nello spazio che esiste tra le cose, tra le parole. Si affronta qui il tema della solitudine sociale: si racconta ciò che che c’è tra le persone e quello che si crea dentro gli altri. Il malessere è analizzato nelle sue forme più diverse, dando a questa depressione una voce e una faccia. Ma, nonostante queste premesse, lo spettacolo che vede come protagonista Silvio Orlando, è uno spettacolo che senza dubbio fa ridere e che ci fa porre molte domande.
Perché la gente è sola? Che succede? È sempre stata sola? O prima i problemi erano altri?
Non esiste una risposta, ma sappiamo bene che la solitudine è un problema di oggi, del nostro tempo. Il problema del protagonista è irrilevante e lo porta alla depressione, per lui non conta più nulla, arriva decisione di vivere da solo, in un posto sperduto e isolato e gli altri, compresi i figli, che lo distraggono da questo suo stato e quasi lo infastidiscono, sia se a riunirli è una ricorrenza felice come un compleanno sia se è una ricorrenza triste come una commemorazione funebre.
Gli spettacoli di Lucia Calamaro parlano di depressione ma sono “euforizzanti”, “mi arrabbio quando vedo una cosa priva di speranza, il teatro contemporaneo parla dell’Italia, di noi” continua la Calamaro/regista che dopo “Origine del mondo” e “Vita ferma” porta sulla scena “Si nota all’imbrunire”, spettacoli che hanno quasi la struttura di una grande saga familiare, fa notare Daniele Luchetti, “Credo che un artista vada per compensazione. Dato che non ci sono intorno a me generazioni, forse me le sono create… è come un’aspirazione”.
Nel frattempo al Teatro India di Roma è in corso il laboratorio “Scritture – 6 nuove voci della drammaturgia italiana” ideato da Lucia Calamaro, un progetto indipendente “salvato” dal Teatro di Roma, a cui potremo assistere fino al 19 maggio.
Marianna Zito