“Siamo foresta io e te”, una poesia di immagini e parole
“Siamo foresta io e te” (Kite Edizioni, 2022, pp. 32, euro 17.50) di Nadia Al Omari e Richolly Rosazza è una poesia di parole e immagini. Onirica, delicata e soave come le movenze della piccola protagonista. È lei, la protagonista dai lunghi capelli avvolgenti e con un piccolo lemure come amico, a sognare la fine di qualcosa o qualcuno che lei ama molto, ma al risveglio capisce che si trattava solo di un incubo e che le cose sono rimaste esattamente al loro posto, così come le aveva lasciate: l’albero di cui aveva sognato l’abbattimento è ancora lì maestoso che si innalza verso il cielo azzurro.
“Non ho potuto fare a meno di venire da te”
E proprio su di esso lei può ancora arrampicarsi per guardare sia la foresta amazzonica sia il mondo da un’altra prospettiva e in tutta la loro immensità. È questo il caso in cui la realtà ha la meglio e riesce a sconfiggere la paura della perdita o della fine, ed è significativo quindi pensare che non avere paura è sempre la soluzione migliore per apprezzare ciò che abbiamo e, perché no, la nostra stessa esistenza.
“Ho camminato su di te per sentire la geografia
della tua corteccia sotto i miei piedi”
Ci immergiamo nelle tavole ricche di dettagli, dalle linee delicate e dai colori caldi e profondi. Ci sentiamo avvolti da una sensazione di appartenenza, grazie alla quale desideriamo proteggere ciò che sentiamo nostro o che semplicemente sentiamo vicino a noi. “Siamo foresta io e te” è un’ode alla natura, fresca e vivida. Un’ode alla vita stessa, nel bene e nel male.
Marianna Zito