“Shakespeare: guida ad Amleto” di Rocco Coronato
Se diciamo Amleto sappiamo subito di cosa, o meglio di chi, stiamo parlando. Quest’opera shakespeariana ha da sempre cavalcato il palcoscenico in tante rivisitazioni e per mano di altrettante regie. Se ne è appropriato il cinema, restituendoci veri e propri capolavori, pensiamo all’Hamlet di Kenneth Branagh (1996) o a Hamlet 2000 di Michael Almereyda. Un personaggio che è addirittura entrato nel nostro pensiero quotidiano, con riferimenti costanti, dal to be or not to be a quel sentimento di vendetta per riqualificare la figura paterna o ancora al pensiero di quel marcio che ci circonda e che non appartiene esclusivamente alla Danimarca. È nel nostro quotidiano oramai Shakespeare, nei pensieri e nelle parole.
Il questo piccolo volume “Shakespeare: guida ad Amleto” (Carocci, Collana Le bussole, 2021, pp.132, euro 12) il docente Rocco Coronato analizza l’opera attraversandola nel tempo, con tutti i problemi riguardo la complessa datazione di quest’opera che ci portano fino all’Ur-Hamlet del 1587 e al 1589, verso un’opera teatrale elisabettiana che vede protagonista Amleth di Danimarca, “già noto grazie alle fonti scandinave medievali latine” e così via tra altre date e citazioni. Interessante sapere che il 1601 fu l’anno che vide la morte di John Shakespeare, avvenimento che porta a ipotizzare che, a partire dalla morte del padre, il nostro autore cominciò a comporre questo dramma.
Vengono qui analizzate le varie edizioni dei testi (Q1,Q2 e F); le possibili fonti che conducono la figura dell’eroe folle a varie culture, dalla romana a quella araba o scandinava. Si ricostruisce contesto storico-culturale che lo vede nascere durante gli ultimi anno del regno di Elisabetta (1558-1603), in cui gli avvenimenti e il destino dei personaggi potrebbero essere facilmente riconducibili alla vita della regnante e alle vicende della corte.
Lo studio continua sull’analisi dell’ambientazione, il Castello di Elsinore, dei luoghi visibili e di quelli invisibili presenti nella tragedia e sulla descrizione di tutti i personaggi e della trama sviluppata in cinque atti. L’autore si sofferma quindi sulle principali questioni di stile, sulla costruzione dei dialoghi e dei monologhi. Approfondisce i temi centrali di questa tragedia: “Tutto è malato in Amleto”. Pazzia e malinconia “moderna” se la giocano, tra espediente e realtà.
La fortuna critica e la messinscena dell’opera dal ‘700 al ‘900 concludono questa breve e preziosa guida, fino alle trasposizioni cinematografiche e alle allusioni in altri lavori che fanno sì che le vicende del principe di Danimarca siano sempre presenti nelle nostre vite.
Marianna Zito