SETTIMO CIELO – Un vortice provocatorio al Teatro India di Roma
Lo spazio scenico del Teatro India si anima tra enfasi e movimento per dipingere con SETTIMO CIELO (Cloud Nine, 1979) – di Caryl Churcill nella traduzione di Riccardo Duranti – un quadro sociale e politico che avvicina due momenti storici ben distinti tra loro. Giorgina Pi, oltre alla regia, ne cura le piccole scene sovrapposte e non sempre connesse tra di loro ma che, in qualche modo, sono sempre pronte a interagire e a costruire per lo spettatore un risultato generale di tutto il contesto narrato.
Quanto i pregiudizi e le attitudini sessuali sono cambiate tra il 1879 dell’Africa coloniale e il 1979 della Londra moderna tatcheriana? È cambiato il divario tra i due sessi e che forma ha preso l’oppressione verso la figura femminile o verso lo straniero?
Ce lo raccontano i vari personaggi che diventano tasselli indispensabili e intercambiabili per tutta la durata dello spettacolo. Gli uomini sono donne e i neri sono bianchi e viceversa, tutti stretti in una continua ricerca liberatoria dove i desideri, ora erotici ora politici, rimangono perennemente irrealizzati con l’eterna voglia di essere ciò che non si è: Alessandro Riceci è prima Betty, moglie e madre bramosa di adulterio per essere poi il “fratello” Edward, angosciato dalla propria sessualità; Marco Cavalcoli è prima il latin lover omosessuale Harry e poi un eccezionale Martin, marito paranoico e prolisso; Marco Spiga è sorprendente nella sua interpretazione di Clive, il marito a cui Betty è sottomessa per poi vestire i panni dell’annoiato e fascinoso Gerry; Lorenzo Parrotto è Joshua il servo nero (ma bianco) con un’enorme fame di potere; Tania Garribba è sorprendentemente vera con il suo corpo minuto nella rabbia del piccolo Edward, alle prese con le proprie difficoltà nel riconoscersi uomo mentre poi diventa un’insicura e triste Vicky; Aurora Peres è la suocera impicciona Maud che poi si trasforma nella giovane madre omosessuale Lin; e poi c’è la sfavillante Sylvia De Fanti che da Ellen, la governante innamorata delle donne è la madre indipendente, sofisticata e sola, Betty. Ah, c’è anche una bambola… anzi due!
Uno storytelling ricco di suspense dove tutti appaiono in entrambi gli atti ma che sorprendentemente troviamo cresciuti solo di 25 anni in un arco temporale di un secolo: alcuni sono riusciti forse a realizzarli i loro sogni ma per altri i problemi sono appena cominciati. Quindi si ricomincia ma… i fantasmi del passato sono sempre pronti a ritornare.
In un intreccio di Rule, Britannia!, balli e punk anni ’70 l’encomiabile lavoro di tutti gli attori e di Giorgina Pi – che ha avuto il coraggio di osare con questa pièce divertente, scandalosa e provocatoria piena di omofobia, razzismo, insoddisfazioni e vicendevoli solitudini – ci mostra uno spettacolo originale e pieno di malinconica ironia dove tutto cambia, resta e torna come era prima, anche dopo cent’anni.
In prima nazionale al Teatro India di Roma fino al 25 febbraio, SETTIMO CIELO fa parte di NON NORMALE, NON RASSICURANTE – PROGETTO CARYL CHURCHILL a cura di Paola Bono e Angelo Mai.
Marianna Zito