Sessualità e disabilità: un tabù inspiegabile
“Il punto è proprio questo: “cosa” vediamo? Un essere perfetto o un essere imperfetto? E dalla risposta che diamo, dal modo in cui il nostro sguardo si posa sull’altro, allora si modulerà la risposta alle nostre domande.”
Sulla sessualità, percepita sicuramente in maniera più libera rispetto al passato, si è detto e si continua a dire tanto. Eppure, se la mettiamo in relazione alle persone con una disabilità si trasforma in un argomento ostico, scomodo per alcuni, inesistente per molti altri.
Affronta l’argomento in maniera diretta Enzo Vitale nel libro “L’assistente sessuale per le persone disabili. Analisi dei profili bioetici” (Armando Editore, 2021, pp. 126, euro 12) mettendo in luce, non solo la dimensione sessuale nella vita dei disabili ma anche la figura dell’assistente sessuale, realtà già in molti Paesi e ancora un miraggio per l’Italia. Vitale propone un’attenta analisi su cosa rappresenti per l’essere umano la sessualità e aiuta a rifletta su come questo termine, anche secondo quanto dichiarato dall’ONU nella Dichiarazione dei diritti sessuali, non indica semplicemente l’atto attraverso il quale essa viene esercita ma comprende degli aspetti molto più vasti che includono il sesso ma anche l’identità delle persone e i ruoli di genere, l’orientamento sessuale, l’erotismo, il piacere, l’intimità e la riproduzione.
La necessità di affrontare la questione viene sollevata il 9 aprile 2014, quando un gruppo di senatori presenta all’ufficio di Presidenza del Senato della Repubblica Italiana il Disegno di Legge n.1442 circa le “Disposizioni in materia di sessualità per persone con disabilità”, un documento sintetico quanto fondamentale per far riconoscere anche in Italia la figura dell’assistente per la sana sessualità e il benessere psico-fisico delle persone disabili. Dette figure dovranno essere accreditate a livello regionale e iscritte in appositi elenchi previa partecipazione a un corso di formazione. Agli aspiranti assistenti sessuali – che potranno svolgere un lavoro autonomo di tipo cooperativo – è richiesto di aver raggiunto la maggior età e aver adempiuto l’obbligo scolastico, aver sottoscritto un Codice etico, essere in possesso dell’idoneità psico-fisica certificata dall’Asl e aver espletato la procedura di accreditamento. Dalla definizione data di assistente sessuale si evince che esso rappresenta una “forma di accompagnamento erotico volta ad aiutare i disabili a scoprire la loro sessualità e il loro corpo in un percorso verso una maggiore autostima” e, i modelli di assistenza che può fornire sono sia passivi sia attivi. Nonostante si sia ben delineata la figura dell’assistente sessuale e siano stati chiariti i suoi fini, in Italia siamo ancora lontani dal vederla riconosciuta, conseguenza, forse, del retaggio culturale che la vuole comparare alla prostituzione. In effetti, riconoscere il lavoro del sex worker comporterebbe inevitabilmente la rivisitazione della legislazione circa la prostituzione. D’altro canto, non riconoscere il diritto alla sessualità vuol dire negare ai disabili un importante diritto della persona che, chissà per quale motivo, pensiamo non gli appartenga.
La lettura di questo libro è consigliata a quanti sentono di essere vicini emotivamente a questione bioetiche che hanno bisogno di essere lette in maniera critica e costruttiva. Questioni delicate che non possono essere trattate in maniera semplicistica senza considerare i risvolti che avranno nella vita di chi si trova in una condizione di svantaggio ma anche di chi si appresta a scegliere questo lavoro perché, inevitabilmente, anch’esso verrà coinvolto a livello fisico e psichico. Apprezzabile è il punto di vista dell’autore che, essendo un sacerdote, affronta la questione anche dal punto di vista religioso, proponendo diversi interventi di Santo Giovanni Paolo II che più volte si è mostrato vicino alla questione. Interessante inoltre l’invito di Mons. Renzo Pegoraro – che di questo libro firma la Prefazione – a una riflessione etica che non si limiti a interpretare il tutto come una mera pretesa di soddisfare gli impulsi biologici.
Sara Pizzale