Serra Yilmaz – L’intervista
L’intensa attrice e interprete turca, vincitrice del premio Persefone 2016 per la Bastarda di Istanbul, in tournée con lo spettacolo su Grisélidis Réal, per la regia di Juan Diego Puerta Lopez, con cui ha aperto il Todi Festival lo scorso agosto.
In scena al Teatro Tor Bella Monaca di Roma dal 16 al 18 febbraio,
1 – La parola da sempre al centro della sua vita, essendo interprete oltre che attrice. In questa rappresentazione, dove è sola a recitare sul palco, lo sarà stato ancora di più: cosa le interessa comunicare in particolar modo della vita di Grisélidis?
Griselidis è un personaggio affascinante, un personaggio molto particolare con un’umanità molto forte, un attivismo molto forte. Lei ha queste due qualità, che sono cose delle quali abbiamo bisogno in quest’epoca. Sia di umanità che di attivismo, perché ci vengono imposte tante cose a livello sociale che non ci fanno bene. Quindi l’attivismo diventa sempre più importante e anche l’umanità perché non abbiamo più pietà di niente.
2 – Il fatto che abbia lavorato anche alla traduzione del testo l’ha aiutata a entrare maggiormente nel personaggio?
Inevitabilmente perché è un modo con cui ho potuto fare mio il testo. Perché sono tutte parole di Griselidis che io dovevo proprio interpretare. Il fatto di collaborare all’espressione, alla traduzione in italiano mi ha reso il testo ancora più familiare.
3 – Ne “La bastarda di Istanbul” eravate in otto sulla scena. Adesso, in “Grisélidis. Memorie di una prostituta” recita da sola. Come è avvenuto il passaggio al monologo?
Beh, quando si è attrice si fa di tutto, può capitare di tutto. Essere in tanti o da sola, come in questo caso.
4 – In realtà sul palco non è completamente da sola. Quanto è importante la musica che la accompagna, il sassofono di Stefano Cocco Cantini?
Io lo concepisco come un dialogo tra musica e parole. Sia che Stefano sia accanto a me, che dietro a suonare, io evidentemente lo sento, c’è una sintonia tra di noi. Può capitare che lui suoni un giorno un po’ di più e allora io lo lascio suonare. Mi sento molto accompagnata da lui, dalla sua presenza.
5 – Lei è laureata in psicologia. Questo ha contribuito a comprendere e trasmettere una maggiore intensità delle emozioni, della voce di Grisélidis?
Non avendo mai desiderato diventare psicologa non penso abbia influito molto. Credo ci siano conoscenze che ognuno può acquisire anche soltanto interessandosi a qualcosa. Certo può servire ma non è una cosa particolarmente fondamentale.
6 – Ha dichiarato di non soffrire di ansia da palcoscenico, che il centro di una scena, sia essa di un teatro o di un set, è il posto dove sta bene più di ogni altro.
Sì, Sì è così!
7 – Ha provato un pizzico di emozione in più quando l’ha rappresentato a Firenze, la città italiana dove ha scelto di vivere?
Io recito a Firenze in modo regolare da quattordici anni quindi non è novità per me. Il posto, il teatro è sempre emozionante, ogni spettacolo lo è.
8 – Dopo questa tournée che progetti ha?
Ci sono dei progetti dei quali non posso ancora parlare visto che non sono confermati, purtroppo. Posso dire però che sono sia di teatro che anche di cinema!
Francesca Padula